Nel mondo circolerebbe oggi un ammontare di ricchezza “fuffa” (derivati , titoli marci e varie) pari a circa 54 volte il valore del pil reale mondiale: un’enorme balla di spazzatura virtuale che rischia di esplodere se non verrà ripulita da un serio accordo tra Stati.
Una crisi ben poco patinata. Anzi. Ruvida come tutte quelle operazioni in cui i contenuti si spostano sull’avanguardia, di stile o tecnologica. Eppure il mondo della moda dovrebbe saperlo affrontare. Per decine di anni la corazzata Condé Nast ha potuto fare quello che voleva. Erano quelli di Vogue, dopo tutto.
Opportunità o sdrucciolone? Non bastavano le polemiche che nella settimana della Moda milanese hanno solleticato i titoli sulle sfilate in camera operatoria di Gucci o l’uso delle immagini e dei simboli sacri nella dissacrazione stilistica.
L’ ipotesi sembra alquanto aberrante: reintrodurre la schiavitù con regolare contratto. La proposta apparsa qualche giorno fa su Econopoly, rubrica del Sole 24 Ore, continua a far discutere, soprattutto dopo il caso dei braccialetti di Amazon: dato che, allo stato attuale, esiste già una “schiavitù di fatto”, almeno regoliamola.
Un nuovo anno, con uno sguardo all’Europa, sempre più divisa all’in - terno e sempre più sgretolata nei divari tra le economie. Sembra essersene accorta la Bce, che in una recente ricerca ripresa dal quotidiano tedesco Die Welt, apre un’osservazio - ne a lungo termine sulla “convergenza reale nella zona euro”, una delle questioni più delicate dell’unione monetaria.
Fiscal compact: e chi ne parlapiù? A fine anno,cinque anni dopola sua approvazione,il Trattato sullastabilità, coordinamentoe governance nell’unione economicae monetaria potrebbe essereinserito nell’ordinamento giuridico europeo,divenendo giuridicamente superiorealla legislazione nazionale e rendendoirreversibili le politiche liberisted’austerità.
Andiamo in ferie con notizie poco rassicuranti. L’Eurozona è probabilmente destinata a crollare, non importa quanti tentativi facciano Francia e Germania per salvarla: così avverte una delle più grandi banche di investimento del mondo, la Bank of America Merrill Lynch, secondo cui il blocco di paesi della moneta unica ha iniziato a cadere a pezzi fin dal momentostessoincuièstatofondatoquasi 20 anni fa.
Dopo le scorribande di shopping sfrenato da parte di investitori esteri, i governi europei sono sempre più ostili ad acquisizioni di imprese nazionali ritenute strategiche. L’esempio del presidente Macron non è isolato: anche in Germania il governo Merkel ha alzato le barriere contro le acquisizioni straniere, tanto decantate invece in Italia.
Le scintille di luglio nei cieli di Strasburgo tra il presidente della Commissione Juncker e il presidente dell’Europarlamento Tapani riportano sotto i riflettori dell’opinione pubblica temi centrali come i rapporti tra le istituzioni europee e la democrazia all’interno delle stesse.
Intanto, diciamocelo, dovremmo chiederci se in crisi è la moda o il lusso. Perché ahinoi, la modamodaioladitendenza in crisi non lo è affatto. Lo è di più la qualità, intrisa di un lusso interiore che urla contro sgualciti brandelli svenduti come abiti.
Fino al 2 febbraio 2025 Milano celebra il mondo della fotografia attraverso una ricchissima antologica dedicata uno dei fotografi più rappresentativi del XX secolo
La notte è l’incubatrice dell’evoluzione antropologica. La notte crea nuove narrazioni
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