Questa mattina i sindacati di categoria Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl hanno manifestato sotto il ministero della Salute a Roma per ricordare "come il rifiuto al rinnovo dei contratti da parte di Aris e Aiop sia inaccettabile: soprattutto perché la dignità di oltre 200mila professionisti della sanità privata non può essere sacrificata a logiche che ignorano il loro valore ed impegno quotidiano". Il Governo e la Conferenza delle Regioni devono intervenire subito: chi non rinnova i contratti non può continuare a ricevere fondi pubblici. La nostra mobilitazione continuerà fino a quando non sarà garantito un contratto dignitoso per tutti - affermano i segretari di Fp Cgil di Cisl Fp Roberto Chierchia e di Uil Fpl , Ciro Chietti, che sono stati ricevuti dal Capo Gabinetto del ministero della Salute, Marco Mattei sul contratto della sanità privata.
L'Aris è l'Associazione religiosa istituti socio-sanitari e l'Aiop è l'Associazione italiana ospedalità privata.
"Abbiamo fatto uno sciopero e organizzato questa manifestazione - ricorda Roberto Chierchia - perchè è aberrante il comportamento della sanità privata, (ma di fatto pubblica accreditata), che non rispetta le regole e fa "dumping nei confronti dei dipendenti. Riprendiamo la mobilitazione perché vogliamo delle risposte". Per Barbara Francavilla, segretario nazionale Fp Cgil "non è possibile si chieda, per rinnovare i contratti di 200mila professionisti, la copertura completa delle risorse, dopo che hanno preso soldi in più dalla legge di bilancio e sono stati aumentati i Drg. Il ministero della Salute e la Conferenza delle Regioni - suggerisce - devono blindare gli accreditamenti al Servizio sanitario nazionale per le strutture private con il rinnovo dei contratti".
Secondo Ciro Chietti e Pietro Bardoscia, segretario nazionale Uil Fpl con delega alla sanità privata , "si sta verificando una fuga dei lavoratori verso altre strutture dove c'è una retribuzione dignitosa, Aiop e Aris non capiscono che se non valorizzano i propri dipendenti nel breve periodo si troveranno senza personale. Noi siamo pronti ad ogni azione fino quando non si arriverà al rinnovo".
"I contratti della sanità privata - hanno affermato i rappresentanti di Cgil, Cisl e Uil - sono fermi da sei anni, quelli delle Rsa da tredici. È una vergogna. Le strutture private accreditate con il Ssn ricevono finanziamenti pubblici, ma continuano a fare dumping contrattuale, penalizzando i propri dipendenti. È inaccettabile che Aiop e Aris chiedano ulteriori coperture economiche prima di avviare la trattativa, dopo aver già beneficiato delle risorse stanziate dalla legge di bilancio e dell'incremento delle tariffe sui rimborsi sanitari. Senza regole chiare sugli accreditamenti, questa situazione non cambierà mai".
"Se le cose non cambieranno i cittadini pagheranno il prezzo più caro - hanno aggiunto i segretari di Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl. Le lavoratrici e i lavoratori della sanità privata, infatti, stanno lasciando le strutture accreditate per cercare condizioni migliori altrove. Aiop e Aris - hanno concluso - devono capire che, senza una valorizzazione concreta del personale, presto si troveranno senza operatori, pregiudicando la qualità dell'assistenza ai cittadini e nell'impossibilità di garantire i requisiti organizzativi minimi per un servizio pubblico di qualità".
La sanità pubblica non può fare a meno di quella privata. Analizzando i dati della Ragioneria generale dello Stato negli ultimi 20 anni la spesa per acquisti da privato è cresciuta di 12 miliardi per attestarsi nel 2023 vicino a quota 27 miliardi e rappresenta il 20,3% della spesa totale (nel 2013 era al 18,2%). Da sottolineare come, a parte il periodo pandemico, a partire dai primi anni 2000 la spesa per acquisti da privato sia cresciuta progressivamente per arrivare nell’ultimo decennio ad un livello sostanzialmente stabile a riprova del fatto che ormai la componente privata rappresenta un vero e proprio pilastro che appare irrinunciabile per il Ssn.
Ma ci sono differenze tra le varie regioni. In testa (dati 2023) troviamo il Lazio con il 29,3% della spesa che è destinata al privato, segue il Molise con il 28,7% e la Lombardia con il 27,2%. Al quarto posto la Sicilia con il 23,9%. Sopra la media nazionale anche la Campania (23,3%) e la Puglia con il 22%.
Al contrario chi punta meno sul privato è la Valle d’Aosta con il 7,7% cui segue la Pa di Bolzano con il 9,9% e il Friuli con il 10,8%.
Cecilia Augella