Per i viaggiatori in partenza o in arrivo alla Stazione Centrale di Milano sono una presenza abituale, all’interno dell’enorme androne al piano-binari. Insegne di riferimento per chi desidera bere un caffè, fare colazione o godersi uno spuntino. Ma il tempo sta scadendo. A breve il Bar Centrale e il Gran Bar abbasseranno le serrande e con loro anche il Burger King, con la conseguenza che il personale in organico perderà il lavoro. Si parla di 68 persone per le quali è stata avviata una procedura di licenziamento collettivo. Il fatto è che la gestione dei tre locali è in capo ad una società (Sarf Spa), mentre gli stabili sono di proprietà di un’altra (Grandi Stazioni Retail Spa), che ha deciso di non rinnovare il contratto di affitto in scadenza fra circa un anno. Anzi le parti si sono accordate per chiudere il rapporto in anticipo, fra marzo e aprile prossimi.
Per protestare contro questa decisione Fisascat Cisl, Filcams Cgil e Uiltusc Uil hanno proclamato un ciclo di mobilitazioni. Il primo sciopero si è tenuto la scorsa settimana, con tanto di presidio davanti allo scalo ferroviario. “Siamo scesi in piazza per sostenere il diritto al lavoro di 68 persone - ha evidenziato Alessandro Ingrosso, che segue la vertenza per la Fisascat Cisl - che non possono essere licenziate dall’oggi al domani. Dietro di esse ci sono 68 famiglie che si troveranno presto in grosse difficoltà e senza prospettive per il futuro. Il fatto grave poi è che Grandi Stazioni Retail non ha voluto comunicare al sindacato cosa ne sarà di questi spazi e chi subentrerà nella gestione”. Tra i lavoratori in difficoltà c’è Giovanni (nome di fantasia) che ha raccontato la sua storia ai cronisti. “Lavoro qui da 13 anni - ha spiegato - e abbiamo vissuto anni d’oro. Il periodo dell’Expo, la ripartenza dopo la pandemia in locali e in una posizione strategica e simbolica. Fino a quando ci hanno comunicato la chiusura, disinteressandosi del nostro destino. Ho due figli, questi licenziamenti avranno un pesante impatto sulle vite di tutte le famiglie”.
I sindacati hanno potuto contare sull’appoggio delle istituzioni, a cominciare da Prefettura, Comune di Milano e Regione Lombardia. E’ stato avviato un tavolo di confronto che, però, non ha portato risultati positivi. Grandi Stazioni Retail, sostengono i sindacati in una nota congiunta, “nel corso degli incontri ha scelto di disinteressarsi totalmente del problema e della sua responsabilità sociale”. “La società - ha aggiunto Ingrosso - è intenzionata a ristrutturare e parzialmente cambiare la destinazione d’uso di diversi spazi del terzo piano della Stazione Centrale, ma non ha nessuna intenzione di metterci nelle condizioni di operare per ridurre al minimo l’impatto sociale di questa triste vicenda. Vogliamo sapere chi prenderà il posto della Sarf per aprire una discussione con la nuova gestione, finalizzata a verificare se c’è la possibilità di assorbire parte del personale in esubero e accedere agli ammortizzatori sociali”. Nel complesso la Stazione Centrale milanese ospita circa 130 esercizi commerciali che occupano 1.100 addetti. Grandi Stazioni Retail è di proprietà francese, ma sta per passare ad un fondo canadese.
Mauro Cereda