A colloquio con Olesya Yaremchuk, autrice e giornalista che ha dedicato gran parte della sua carriera alla promozione e alla difesa dell'identità culturale ucraina. In questa intervista, analizza il ruolo cruciale della lingua nella formazione dell'identità nazionale, riflette anche sulle sfide che l'Ucraina sta affrontando nel suo cammino verso l'adesione all'Unione Europea e sul significato della lotta per la sovranità culturale e politica in un contesto di guerra.
C’è un aspetto di questa terribile guerra di cui si parla sempre poco: che ne è del patrimonio culturale dell'Ucraina?
Il Museo Hryhoriy Skovoroda, nella regione di Kharkiv, è stato distrutto, il Teatro di Mariupol annientato e la cattedrale della Sviatohirsk Lavra è stata parzialmente devastata. Le forze russe hanno saccheggiato il Museo Regionale di Storia Locale di Kherson. Dal Museo di Storia Locale di Melitopol hanno rubato l'oro scita, una delle collezioni archeologiche più uniche dell'Ucraina. Sono stati anche rubati i dipinti dal Museo d'Arte Kuindzhi di Mariupol. Dall’inizio dell’invasione, oltre settecento biblioteche sono state completamente distrutte o parzialmente danneggiate. Nei territori occupati, le forze russe rimuovono e distruggono sistematicamente libri in ucraino e opere di autori ucraini. Questa distruzione e saccheggio sistematico da parte delle forze russe non ha l'obiettivo solo di causare danni materiali, ma anche di cancellare l'identità culturale del popolo ucraino. Tuttavia, l'Ucraina sta facendo tutto il possibile per preservare il suo patrimonio: molte gallerie e musei hanno trasferito le loro esposizioni in luoghi sicuri per proteggere reliquie e opere d'arte di valore.