Un momento di svolta per l’azienda e per il settore automobilistico italiano. Così i sindacati commentano l’uscita dell’amministratore delegato Carlos Tavares da Stellantis. “Tavares non ha mai creduto alle relazioni sindacali, ha delocalizzato, ha frenato gli investimenti in Italia, è arrivato a sfidare lo Stato. Non ci mancherà. Pensiamo che le sue dimissioni determineranno una svolta” afferma il segretario generale della Cisl Luigi Sbarra. “Le dimissioni dell’amministratore delegato di Stellantis, Carlos Tavares, rappresentano un momento di svolta per l’azienda e per il settore automobilistico italiano - sottolinea Ferdinando Uliano, segretario generale Fim -. Negli ultimi mesi, abbiamo riscontrato significative distanze rispetto alla necessità di migliorare il piano industriale per il nostro Paese. In particolare, ci siamo trovati di fronte a un peggioramento tangibile della situazione produttiva, con volumi in calo e impatti negativi sull’occupazione, aggravati dal crescente ricorso agli ammortizzatori sociali. Queste criticità ci hanno spinto, insieme a Fiom e Uilm, a proclamare unitariamente per il 18 ottobre scorso uno sciopero con una manifestazione nazionale del settore auto, per sollecitare un intervento del Governo”.
La decisione di dire addio al manager, che avrebbe dovuto mantenere la carica di amministratore delegato fino al 2026, è stata presa all’unanimità dal consiglio di amministrazione. L’azienda per ora non intende accelerare sulla scelta del nuovo amministratore delegato che arriverà entro la metà del 2025. “Ora, più che mai - prosegue Uliano - diventa fondamentale individuare rapidamente un nuovo amministratore delegato che possa rispondere positivamente alle istanze da noi poste e che possa in tempi brevi aprire con noi il confronto necessario per rispondere positivamente alle nostre richieste”.
E le richieste dei sindacati sono chiare: investimenti strategici in Italia, a partire dall’introduzione di una nuova piattaforma produttiva small, nuovi modelli, investimenti in ricerca e sviluppo, conferma della giga-factory di Termoli. “Inoltre - conclude Uliano - servono anche garanzie che non ci siano chiusure di stabilimenti e licenziamenti unilaterali, che avrebbero conseguenze devastanti per le famiglie e i territori”. I sindacati insistono col Governo affinché convochi il prima possibile i vertici aziendali e le organizzazioni sindacali a Palazzo Chigi anche perché i dati sul calo della produzione e il forte ricorso alla cassa integrazione destano più che semplici preoccupazioni.
“Ci aspettiamo nel tempo più breve possibile un nuovo management che dia discontinuità rispetto al passato sugli impegni occupazionali, produttivi e industriali”dice il segretario generale della Uilm Rocco Palombella. “Noi avevamo già chiare le proporzioni del fallimento dell’amministratore delegato - ribadisce il segretario generale Fiom Michele De Palma -. Si sta aggiungendo al fallimento industriale e occupazionale anche quello finanziario. Spero che il consiglio di amministrazione e chi ha responsabilità intervenga per impedire che ora al danno si aggiunga la beffa di un accompagnamento all’uscita di centinaia di milioni di euro, che andrebbero invece investiti nell’azienda, a partire dagli stabilimenti italiani, nella ricerca e nelle lavoratrici e lavoratori che, ricordo, sono già a casa in cassa integrazione”.
Intanto il consiglio di amministrazione di Stellantis ha confermato la guidance presentata alla comunità finanziaria il 31 ottobre 2024 in relazione ai risultati dell’intero anno 2024. Il gruppo aveva comunicato una riduzione delle consegne alla rete di più di 200mila veicoli nel secondo semestre, il doppio della stima precedente.
Sara Martano