Un corteo per le vie del centro di Firenze per dire che "il lavoro non è fuori moda". Con tre soste significative davanti alle sedi di Confindustria, prefettura e Consiglio regionale, per chiedere a imprese, governo e Regione il massimo impegno per fronteggiare la crisi strutturale che sta colpendo il settore moda toscano. E’ quando andato in scena ieri nel capoluogo toscano, organizzato da Cgil, Cisl e Uil regionali, con uno sciopero a livello fiorentino -il territorio più colpito per le dimensioni del settore in quest’area, ma la crisi riguarda tutta la regione- di otto ore proclamato da Filctem, Femca, Uiltec e dalle federazioni metalmeccaniche Fim, Fiom e Uilm, toccate in modo pesante per l'accessoristica metallica. Lo sciopero ha visto un'alta adesione, così come grande è stata la risposta alla mobilitazione e la partecipazione, con circa duemila lavoratrici e lavoratori in corteo, quando l'obiettivo di partecipazione che i sindacati si erano dati era di 500 persone. Del resto la moda non è certo un settore marginale per la Toscana, con oltre 110mila persone occupate, il 40% degli addetti dell'intero manifatturiero.
Il settore sta attraversando un periodo di forte difficoltà dovuto al rallentamento del commercio mondiale, alle guerre in corso, ai bassi consumi. Anche lo studio di banca Intesa San Paolo dedicato agli scambi con l’estero dei distretti e appena pubblicato rileva che dopo un 2023 col segno meno, anche il 2024 ha visto nei primi sei mesi un calo del 21,8% per la pelletteria fiorentina, del 5% per il tessile e abbigliamento di Prato, del 6,7% per la concia di Santa Croce (PI). La produzione del settore insomma ha proseguito il trend negativo dello scorso anno, con un forte aumento del numero di ore di cassa integrazione e di FSBA richieste dalle imprese. E le otto settimane di Cig in deroga recentemente autorizzate dal governo sono giudicate insufficienti, da sindacati, imprese e Regione. Potrebbero consentire di arrivare a fine anno, ma le crisi non si estinguono con i brindisi di Capodanno. Delegazioni sindacali hanno incontrato a margine del corteo il presidente degli industriali toscani, Maurizio Bigazzi, nella sede di Confindustria, sono state ricevute nel palazzo della Prefettura e hanno poi partecipato a un incontro nella sede del Consiglio regionale della Toscana, con il presidente dell’assemblea Mazzeo, i capigruppo consiliari di tutte le forze politiche, gli assessori regionali Marras, Monni e Nardini.
“Abbiamo bisogno di essere compatti nel tutelare il grande tesoro manifatturiero della nostra Toscana. Insieme: lavoratori e datori di lavoro, Regione e Governo, comunità territoriali oltre ogni logica di campanile" ha detto la segretaria generale Cisl Toscana, Silvia Russo. "Per salvare la filiera di moda, accessoristica, concia e pelletteria - ha aggiunto - occorre rideterminare logiche industriali diverse e competitive. Nel frattempo dobbiamo salvare subito lavoratori, salari e competenze, terzisti e aziende, sfidando i committenti e sollecitando il governo a varare un'operazione più ampia sugli ammortizzatori. Alla Regione come istituzione chiediamo un impegno serrato che sfidi tutte le forze politiche a lavorare per una volta insieme. Altrimenti chiunque vinca le elezioni del 2025 si troverà dinanzi solo macerie in un settore finora sinonimo di qualità."
Cgil, Cisl e Uil Toscana hanno indicato a imprese e istituzioni di affrontare urgentemente una serie di punti: ammortizzatori in deroga e prolungamento di quelli presenti per tutti i settori della filiera e per tutto il periodo di difficoltà previsto; tutela dei livelli occupazionali da parte delle imprese della filiera anche attraverso un’equilibrata gestione degli ordinativi; politiche di forte contrasto all’illegalità e allo sfruttamento lavorativo; definizione di politiche industriali nazionali in grado di valorizzare le produzioni della filiera e salvaguardare l’occupazione e le competenze del settore; qualificazione e tracciamento della filiera e corretta applicazione contrattuale; individuazione dei fabbisogni formativi e delle relative iniziative di formazione; supporto ai processi di aggregazione e di innovazione; strumenti di sostegno finanziario ai lavoratori in difficoltà; convocazione di un tavolo regionale del settore moda.
Un programma ampio, certo, ma il primo risultato è già stato raggiunto, con la convocazione del tavolo regionale per lunedì prossimo, 18 novembre.
Alberto Campaioli