Nessun piano industriale per il sito Ideal Standard di Trichiana, in provincia di Belluno, anzi l’azienda comunica di voler cessare le attività produttive nell’arco dei prossimi mesi.
Questo l’epilogo dell’incontro al Mise di ieri che, secondo la rsu di Trichiana e i sindacati di categoria territoriali di Femca Cisl, Filctem Cgil e Uiltec Uil “la Ideal Standard lo aveva già deciso e pianificato da tempo ma si era ben guardata dal confermarlo alle rappresentanze sindacali e ai lavoratori”. Dopo l’ufficializzazione della notizia da parte dei rappresentati aziendali al Mise, rsu e sindacati hanno subito proclamano un pacchetto di 16 ore di sciopero (oggi e domani) con un picchetto all’entrata della fabbrica e un’assemblea dei lavoratori nel piazzale interno.
“L’azienda e i dirigenti mercenari che la rappresentano hanno mostrato il loro vero volto - affermano rsu e sindacati in assemblea - e dopo mesi di menzogne sono stati costretti ad ammettere la verità di quanto denunciato più volte dal sindacato e dalle istituzioni”. I sindacati non mollano e con forza hanno affermato che il sito di Trichiana non si chiude, anzi deve cominciare una trattativa che deve portare alla continuità del sito, come chiesto sia dal sindacato, sia dalla Regione Veneto e dal Governo, ed anche alla salvaguardia dei 500 lavoratori.
“La decisione di chiudere il sito di Trichiana della Ideal Standard è inaccettabile” afferma Federico D’Incà, ministro per i Rapporti con il Parlamento, intervenendo al termine del tavolo al Mise. E continua: “Questa decisione non tiene conto delle capacità dei dipendenti dell’unico sito produttivo rimasto in Italia e non tiene conto dell’opportunità di rilancio, in un momento di grande ripresa dell’economia, in particolare nel settore edile”. Secondo il ministro l’obiettivo del Governo è quello di intervenire per la salvaguardia della produzione e per dare continuità al sito: “Gli sforzi andranno nella tutela degli operai che da tempo dimostrano dedizione per un’azienda storica del bellunese - continua D’Incà - . Sono in costante contatto con le organizzazioni sindacali di cui mi farò portavoce con il ministero dello Sviluppo economico per trovare una soluzione”.
“La dichiarazione della chiusura dello stabilimento di Ideal Standard a Trichiana ci lascia sotto shock perché è molto grave - commenta l’assessore per il lavoro della Regione Veneto, Elena Donazzan -. I lavoratori, da tempo, avevano mostrato preoccupazione e ipotizzato che le decisioni della multinazionale andassero in questa direzione e, purtroppo, è accaduto ciò che temevano. Oggi - continua Donazzan - sono circa 500 famiglie che rischiano di non avere più un posto di lavoro in Ideal Standard ma si calcola che i lavoratori coinvolti nell’indotto siano il doppio. Cifre alle quali vanno aggiunti gli oltre 300 lavoratori di Acc, in un territorio Borgo Valbelluna che oggi è sottoposto a gravi problematiche occupazionali”. La Regione Veneto, su richiesta delle parti sindacali, ha formalizzato al Mise la disponibilità ad essere parte attiva nella gestione dei tavoli di trattativa.
Sara Martano