Il tremito implacabile della Terra lungo la dorsale appenninica ha distrutto e seguita a distruggere le certezze della quotidianità alle popolazioni lungo le faglie apertesi tra Umbria, Marche, Lazio e propaggini delle regioni limitrofe. Vale per loro quanto scrisse Ignazio Silone, all’inizio di “Uscita di sicurezza”, riferendosi all’Abruzzo: «In una contrada come la nostra, in cui tante ingiustizie rimanevano impunite, la frequenza dei terremoti appariva plausibile. C’era da stupirsi che non capitassero più spesso». Lo scrittore a quindici anni perse la madre nel sisma del 13 gennaio 1915, che ebbe per epicentro Avezzano.
Di terremoti vibra la memoria atavica. «Vi fu una sola notte fra la più gran città e nessuna» scrive Platone sulla madre di tutte le apocalissi, quella di Atlantide. Terremoti di origine vulcanica, del resto, sarebbero responsabili della scomparsa di almeno altri tre continenti perduti, capisaldi mitologici. Mu, l'arcinemica di Atlantide, situata probabilmente nel Pacifico e patria dei primi giapponesi, Lemuria e Godswana, le cui ubicazioni variano insieme ai pareri degli studiosi di misteri. Gli effetti sarebbero devastanti della furia vesuviane nel '79 dopo Cristo ispirarono a Bulwer-Lytton il romanzo “Gli ultimi giorni di Pompei”