Giovedì 5 dicembre 2024, ore 0:08

Lavoro

Fimer di Terranuova: vertenza ancora in alto mare

Giorno decisivo, il 14 giugno, per la Fimer di Terranuova Bracciolini (Arezzo), il cui destino è tornato in alto mare; per quel giorno il tribunale di Arezzo ha fissato l’udienza che potrebbe, con il commissariamento, sbloccare la vertenza più paradossale aperta in Toscana, con un’azienda che ha ordini e fa profitti, ma rischia di finire in fallimento per mancanza di liquidità, nonostante ci siano compratori disposti a rilevarla. Dopo anni di ambasce, culminate negli ultimi mesi anche nel blocco degli stipendi, un mese fa era stata salutata la salvezza, dopo l’accordo per il passaggio dello stabilimento valdarnese di inverter per fotovoltaico, che occupa 280 lavoratori e lavoratrici (diventano 400-500 con l’indotto e negli anni scorsi erano arrivati fino a 800 complessivi), dalla famiglia brianzola Carzaniga al fondo di investimento Greybull Capital, attraverso McLaren Applied. Invece, dopo una settimana di scricchiolii, il primo giugno il nuovo Cda di Fimer (dopo che il vecchio è stato sfiduciato dalla proprietà) ha chiesto la revoca del concordato, parlando di “condizioni non ricevibili” da parte degli acquirenti; secondo la proprietà il dietro front è avvenuto “a causa dell’approccio, dichiaratamente improntato al “prendere o lasciare”, da parte del potenziale investitore”. “Il Cda continua nel tentativo di strappare più che può” dice il segretario Fim della Toscana, Alessandro Beccastrini, “ma ciò avviene sulla pelle di centinaia di famiglie”, dopo anni in cui scelte sbagliate, cambi continui di manager e di linea hanno portato la Fimer di Terranuova nel baratro.
Greybull per ora non molla: “Rimaniamo pienamente impegnati a collaborare con Fimer e determinati a trovare una strada favorevole per il futuro. Le nostre banche hanno confermato la disponibilità di 50 milioni di euro, con 10 milioni di euro che saranno resi disponibili non appena otterremo il via libera dagli organi competenti. Fimer ha un futuro promettente” dice Marc Meyohas, managing partner di Greybull Capital. “L'azienda – aggiunge - ha molte capacità, ma soprattutto la resilienza e le competenze dei suoi dipendenti sono quelle che ci hanno colpito di più”. E i lavoratori hanno risposto compatti, con un’assemblea permanente in fabbrica, in cui 15 persone si danno il cambio ogni 6 ore, h24. Mercoledì la vertenza, in videoconferenza, è arrivata al ministero del Made in Italy. La proprietà ha ribadito di non voler mollare e che ci sarebbero investitori pronti ad entrare in campo. Ma tutti gli altri, riferisce la sottosegretaria per le crisi aziendali Fausta Bergamotto, “hanno chiesto discontinuità di gestione con l’attuale proprietà”. Tra loro anche il presidente della Toscana, Eugenio Giani, che ha avuto un faccia a faccia con il ministro Urso: “Non ne possiamo più, vogliamo chi sappia investire e guidare. La Fimer deve avere un'altra direzione. Chi oggi detiene la proprietà ha cambiato in 4 anni 6 o 7 amministratori delegati e cda” ha detto il governatore, che ha apprezzato il confronto con il ministro.
Il decreto del tribunale di Arezzo, uscito lunedì, stabilisce che l'udienza del 14 si debba tenere alla presenza di un delegato del ministro che dovrà indicare i tre nominativi per il ruolo di commissari giudiziali, se verrà scelta, come auspicano lavoratori, istituzioni e sindacati, la strada della dichiarazione di insolvenza, anticamera dell’amministrazione controllata. “Ci aspettiamo dal ministero nomi in continuità con il Tribunale di Arezzo, ma in forte discontinuità con l’attuale Cda - spiega Beccastrini - che possano riprendere in mano la trattativa e portarla a termine, per far ripartire la fabbrica. Se il giudice ce lo chiede siamo disponibili a riprendere il lavoro, ma sotto la guida della dirigenza locale, non certo di questo Cda.” E ieri in fabbrica è arrivato anche il vescovo di Arezzo-Cortona-Sansepolcro, monsignor Andrea Migliavacca, a testimoniare la vicinanza a questa vertenza di tutto il territorio. Nel frattempo l’assemblea permanente va avanti, di nuovo in attesa di una notizia che ridia speranza. “Non vogliamo essere un peso - dice un’addetta Fimer - perché dobbiamo prendere un ammortizzatore sociale quando qui c’è la possibilità di lavorare ? Vogliamo solo questo.” 
Alberto Campaioli

( 8 giugno 2023 )

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