Sabato 29 giugno 2024, ore 16:56

Sardegna

Crisi dell'industria sarda: futuro lavorativo sospeso

Industria ed energia, binomio naturale quando il MW è a portata di mano e le reti di connessione ramificate al massimo, diventano problema politico e tecnico in assenza di carburanti a basso costo. Come in Sardegna, unica regione priva di metano, dove sono ancora da definire quadro regolatorio e tempistiche di realizzazione delle infrastrutture energetiche. Situazioni complesse in ogni territorio, quasi emergenziali quando all’orizzonte si profila l’uscita dal carbone entro il 2028- 2030, che rende incerto il futuro occupazionale delle centrali Enel a carbone di Portotorres e Portovesme. "È essenziale gestire questa transizione in modo socialmente sostenibile, garantendo protezioni e opportunità di riconversione per i lavoratori coinvolti", dice Marco Angioni, segretario generale regionale della Fim Cisl, che disegna il quadro dell’industria metalmeccanica oggi in Sardegna.
Euroallumina
L’aumento dei costi energetici ha reso critica la situazione nel polo industriale del Sulcis Iglesiente, mettendo a rischio, anche per problemi burocratici, il riavvio di un piano di investimenti da circa 300 milioni per rimettere in attività un sito che dalla raffinazione della bauxite produceva allumina. Una situazione che ha impattato sull'indotto metalmeccanico. Portovesme Srl
Fa parte della multinazionale Glencore e leader nella produzione di zinco e piombo. Ha dichiarato di dover bloccare l'80% dei suoi impianti di produzione storici a causa degli elevati costi energetici. Di conseguenza, ha reso necessaria l'attivazione della cassa integrazione per circa 600 operai, mettendo a rischio anche il lavoro di altrettanti lavoratori delle ditte esterne. Ancora in fase progettuale la produzione di litio per batterie. Un piano che a regime vale più di 500 milioni di euro. "Ma ridurrebbe la forza lavoro complessiva a un terzo del totale di circa 1500 unità lavorative. Nel frattempo - aggiunge Angioni - è stato chiuso il sito storico della fonderia a San Gavino, nel territorio del Medio Campidano, causando la perdita di circa 200 posti di lavoro".

Sider Alloys
Entro il 31 dicembre 2024 necessario sbloccare 180 milioni di euro per completare la ristrutturazione dello stabilimento di Portovesme e avviare, dopo 5 anni, la piena capacità produttiva dello smelter dell'impianto che produce alluminio primario. Ciò è fondamentale per rispettare l'accordo di programma stipulato nel dicembre 2017 tra il Ministero (Invitalia), la Regione e l'azienda, e garantire il rilancio della produzione di alluminio primario e il reinserimento dei circa 400 lavoratori in mobilità in deroga come inizialmente previsto nel piano industriale.
Medio Campidano
Il territorio centro sud dell’isola ha subito nel corso degli anni una grave desertificazione industriale. Ultima chiusura la fonderia di San Gavino attiva dal 1932. La vertenza Keller è ancora aperta nei tavoli istituzionali di regione e ministero.
Ogliastra
In questa parte centroorientale della Sardegna alla Saipem Intermare Fabrication Yard - costruzione grandi infrastrutture - stanno per aggiungersi alcuni player della nautica, tra cui Ferretti , che reclamano la concessione di adeguate aree demaniali. "Saipem, a seguito dell’ultimo incontro con l’Assessore , sta predisponendo - dice Michele Muggianu, segretario generale Cisl Ogliastra - un nuovo business plan con il quale intende motivare la richiesta di ulteriori nove ettari di aree ex cartiera Arbatax".
Portotorres
Dopo 10 anni dalla firma del protocollo sulla chimica verde per la riconversione dello stabilimento Eni di Porto Torres in una bioraffineria più ecologica e integrata con il territorio, solo una parte del progetto è stato realizzata. "Dei sette impianti previsti, ne sono stati costruiti solo tre con un investimento di circa 280 milioni di euro, e ci sono stati ostacoli, tra cui difficoltà nell'attuazione del progetto tra Versalis e Novamont, le due società coinvolte nella joint venture che avrebbe dovuto realizzare il progetto. Questa situazione - dice Marco Angioni - ha rappresentato una forte frenata per l'attuazione del Protocollo d'intesa del 2011, che mirava a collocare il Nord Sardegna in una posizione di vantaggio nella chimica verde a livello nazionale ed europeo".
Mario Girau

( 30 maggio 2024 )

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