Martedì 4 febbraio 2025, ore 2:55

Industria

Beko: chiusura sospesa, azienda disponibile ad nuovo piano

Beko Europe "congela" (almeno per ora) la chiusura di due stabilimenti in Italia, prevista entro il 31 dicembre prossimo (con licenziamento di circa 1.900 lavoratori), valutando, al contempo, un investimento di 300 milioni di euro. Questo l'esito del nuovo tavolo sulla vertenza, tenuto ieri al ministero delle Imprese e del Made in Italy, con il coordinamento del ministro Adolfo Urso e alla presenza di Mehmet Ragip Balcioglu, presidente e amministratore delegato di Beko Europe, e delle segreterie nazionali di Fim, Fiom, Uilm, Uglm - interessati i siti di Comunanza e Fabriano (Ancona), Siena e Cassinetta (Varese). Un aggiornamento del piano, così lo ha definito la multinazionale specializzata nella produzione degli elettrodomestici, apre uno spiraglio e permette la ripresa di un confronto con istituzioni e sindacati, anche se i tempi - e i margini - rimangono stretti. Beko ha spiegato che un terzo dell’investimento sarà destinato alla ricerca e sviluppo, in funzione di ulteriori discussioni e della stabilità delle proprie attività in Italia". L'azienda avrebbe lasciato intravedere la possibilità di non chiudere lo stabilimento di Comunanza (Ascoli Piceno) e di prevedere un percorso di tre anni per Siena dove, comunque, ribadisce la volontà di cessare la produzione. Governo e istituzioni locali hanno offerto il loro sostegno a supportare gli investimenti e ad acquistare l'immobile di Siena, garantendone la destinazione industriale. "La disponibilità di Beko costituisce il presupposto minimo per iniziare una trattativa. Tuttavia le disponibilità aziendali sono ancora estremamente generiche" hanno messo in guardia Fim, Fiom, Uilm e Uglm al termine dell'incontro. "Inizieranno ora tre settimane di confronto nel merito con le parti - ha detto il ministro Urso - per individuare le migliori soluzioni da portare al tavolo già convocato per il 10 febbraio. "Abbiamo necessità di approfondire i temi emersi: investimenti, occupazione e agibilità del sito produttivo di Siena" - ha aggiunto il ministro, annunciando che nei prossimi giorni sarà convocato un altro - "incontro tra la proprietà, Mimit e Invitalia, per analizzare gli aspetti relativi agli incentivi e ai sostegni necessari a supportare gli investimenti annunciati da Beko, che mi auguro possano essere supportati. Ci impegneremo affinché nessuno venga lasciato indietro, nemmeno in questa fase di crisi del settore. Il rilancio produttivo dell'azienda deve avvenire senza traumi sociali come già accaduto con successo su altre vertenze critiche. Chiediamo a Beko - ha sottolineato Urso - di farsi carico con noi della transizione, individuando con i sindacati e il ministero del Lavoro gli strumenti più adeguati per garantire tutti gli occupati". Il ministro ha poi spiegato che "il canone di affitto applicato dalla società proprietaria dell'immobile è molto al di sopra dei valori medi di mercato. Un'anomalia, che deriva da operazioni poco comprensibili tra l'allora proprietà e la Fondazione Monte dei Paschi di Siena: un lascito del passato che pregiudica il futuro. Per questo - ha aggiunto - è necessario rimuovere subito questo ostacolo. Credo che sia possibile farlo nell'ambito di un lavoro di squadra con Regione e Comune che deve iniziare subito. Con l'obiettivo del rilancio chiediamo a Beko che nel suo piano industriale vi siano garanzie che consentano alle parti interessate tutto il tempo necessario per gestire e portare a risoluzione il problema; un arco temporale di almeno 3 anni, durante il quale Beko dovrà garantire a Siena lavoro e attività produttiva". Tutte le parti in causa chiedono un percorso chiaro e un confronto costruttivo nei giusti tempi, per garantire certezze ai lavoratori e alle loro famiglie e un nuovo piano industriale di investimento sui territori, con impegni concreti da parte dell'azienda per il rilancio produttivo. In questo quadro assume un ruolo chiave il ministero nell'integrazione delle risorse per sostenere investimenti tecnologici e programmi di formazione,fondamentali per l'occupabilità dei lavoratori. E' prevista anche l'attivazione di piani territoriali specifici, visto che gli stabilimenti sono collocati su tutto il territorio, per rispondere alle esigenze di ognuno, salvaguardando le competenze e il valore dell'industria locale.
Ce.Au.

( 31 gennaio 2025 )

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