Un territorio vasto, diversificato, con punte di eccellenze che non vengono del tutto sfruttate e valorizzate e con gap infrastrutturali atavici che, solo in casi sporadici vengono colmati. Una fotografia quella delle due province di Palermo e Trapani, punta di diamante del turismo siciliano, che mostra quanto stentino a decollare del tutto, e una delle conseguenze principali è la crescita del lavoro povero, con uno stipendio minimo che va da 588 euro a massimo 1116 euro netti mensili e il disagio economico vissuto da molte famiglie che hanno provato sulla propria pelle la perdita del posto di lavoro. Del resto a confermarlo sono i dati sulla distribuzione di aiuti che vede Palermo al secondo posto in Italia, con 115.796 soggetti beneficiari. Non vede la luce nemmeno Trapani, dove si contano oltre 17 mila disoccupati di tutte le età, e, come confermano i dati Inps, chi lavora guadagna ancora cifre davvero ai limite della povertà, la paga media è di 472 euro dato che peggiora per i lavoratori extracomunitari. Da qui la richiesta urgente di approntare un piano di rilancio che veda la partecipazione di tutte le realtà coinvolte sui due territori, diventa una delle principali priorità per la neo eletta segretaria generale Cisl Palermo Trapani Federica Badami.
Nonostante le piccole punte di ripresa, il disagio sociale ed economico della città di Palermo sembra continuare a crescere. Da cosa bisogna partire per affrontarlo davvero in modo efficace?
Innanzitutto dalle periferie, che sono quelle in cui l’assenza dello Stato spesso è più palpabile, cosa che lascia troppo spazio all’illegalità diffusa, e dove i servizi pubblici sono ancora più carenti, con un conseguente ulteriore abbassamento del livello della qualità della vita. La marginalizzazione vissuta dalle famiglie di questi quartieri fa crescere il disagio non solo economico, ma forse ancor di più sociale. Fra infrastrutture fatiscenti, occupazioni abusive, degrado diffuso, appare chiaro che questi quartieri debbano avere la priorità nella programmazione futura delle amministrazioni locali, a partire da una necessaria riqualificazione urbana che deve portare al recupero degli edifici dismessi e abbandonati. Serve dunque pensare ad un piano di rilancio che veda la collaborazione di tutte le realtà coinvolte e che, al di là degli interventi sui gap infrastrutturali, disponga anche di un vero e proprio progetto di rilancio industriale delle nostre realtà economiche e produttive.
La preoccupa dunque, da giovane segretaria, la recrudescenza della violenza giovanile in questi contesti?
Assolutamente, sì. Penso ai tanti, troppi ragazze e ragazzi che subiscono episodi di bullismo dentro e fuori le scuole, penso al ragazzo di 13 anni morto suicida lo scorso anno a Villagrazia di Carini, perché vittima di bullismo. Penso alle tante famiglie che vivono nella disperazione perché i propri figli, bambine e bambini che già a partire da 10 anni, fanno uso di sostanze stupefacenti come il crack cui consumo è diventato davvero una emergenza e che oggi a Palermo ha un costo di 5 euro a dose. Per questo ritengo sia fondamentale puntare sui patti educativi di comunità perché penso siano un’opportunità per valorizzare le risorse locali e creare un ambiente educativo più inclusivo e partecipativo e per accompagnare i nostri bambini e ragazzi nei percorsi di crescita ed educazione, soprattutto nelle periferie. Noi vogliamo diventare punto di riferimento anche per i tanti giovani che, sbandati e persi, hanno bisogno di motivazioni.
Alle istituzioni con le quali dialogate, ai tavoli ai quali partecipate, cosa chiederete per far sì che queste due province rinascano?
Innanzitutto serve una battaglia contro la povertà dilagante, riteniamo che non si possa più rinviare l’avvio di politiche sociali in ogni realtà comunale del nostro territorio che tuteli davvero le fasce deboli, adeguate politiche di sviluppo costruite con le parti sociali, che siano in grado di valorizzare le specificità dei territori e una gestione della pubblica amministrazione che miri al taglio degli sprechi, alla razionalizzazione della spesa, allo scopo di indirizzare un maggior numero di risorse ai servizi sociali. Alle istituzioni chiederemo maggiore attenzione nell’uso delle risorse del Pnrr. Sappiamo di bandi che scadono a vuoto, bandi che riguardano temi centrali e strategici come quello dell’emergenza casa e della riqualificazione urbana, di certo Palermo e Trapani non possono permettersi di perdere queste importanti opportunità. Altro punto fondamentale sono le politiche attive del lavoro, incentivare le aziende interessate ad investire nel nostro territorio con sgravi fiscali, potrebbe essere uno dei primi passi, incentivi che potrebbero far superare le difficoltà oggettive dal punto di vista infrastrutturale e dei trasporti e quindi relativi agli alti costi che devono sostenere per investire al Sud.
Spesso si sente dire che in questi territori il settore chiave sia quello turistico-alberghiero. Può bastare da solo?
Le eccellenze culturali ed artistiche di queste città e delle loro province, sono senza dubbio fra le più importanti non solo in Sicilia, ma, azzarderei, anche in Italia. Resta il fatto però che se tutto il sistema attorno non funziona adeguatamente, parlo di collegamenti viari, trasporti, servizi pubblici nelle città, il turismo non potrà mai essere davvero valorizzato fino in fondo. Non può bastare da solo e di fatto a Palermo e Trapani altri settori, come quello enogastronomico, agricolo, potrebbero trainare lo sviluppo. Carente è invece il settore industriale e della new economy sulla quali bisogna puntare. Nel trapanese poi, bisogna sfruttare al massimo l’opportunità che vedrà nel 2026 Gibellina diventare la prima capitale italiana dell’arte contemporanea, mettendo a circuito tutte le bellezze artistiche e culturali di questa bellissima provincia.
Fra i giovani del territorio cresce lo scoraggiamento e sono ormai tanti i neet o addirittura gli ikikomori che non cercano più una occupazione e hanno perso le speranze di un futuro nella propria città. Cosa fare per loro?
E’ una delle nostre principali priorità, affrontare il tema delle politiche attive del lavoro soprattutto in relazione ai giovani del territorio. Che sia una vera e propria emergenza lo dimostrano i dati. La disoccupazione giovanile, fra i 18 e i 34 anni, sfiora il 30 per cento a Palermo e il 40 per cento a Trapani. Per tutti loro bisogna creare nuove opportunità con politiche giovanili adeguate, il rilancio dell’economia che crei, puntando sulla green economy, sulle energie rinnovabili e sulle nuove frontiere della tecnologia, posti di lavoro e possibilità di crescita professionale, perché la fuga dei giovani non è solo un segnale di problemi economici e sociali, ma rappresenta anche una perdita significativa di talento e risorse umane che potrebbe altrimenti contribuire allo sviluppo locale. È necessario passare ad un’azione concreta per creare un ambiente in cui i giovani possano vedere un futuro prospero e realizzabile. Servono percorsi formativi che rispondano alle esigenze del mercato del lavoro locale, fornendo competenze pratiche e immediatamente spendibili. Serve offrire incentivi fiscali, finanziamenti agevolati e servizi di consulenza per aiutare i giovani ad avviare le proprie attività; serve creare spazi e programmi dedicati allo sviluppo di nuove imprese, promuovendo l’innovazione e il networking tra giovani imprenditori. Investendo nei servizi pubblici come trasporti, sanità e istruzione per migliorare la qualità della vita. Creando e mantenendo spazi culturali, sportivi e ricreativi che rendano il territorio più attraente per i giovani. Noi cercheremo di fare la nostra parte attivando a Palermo lo sportello Lavoro, già esistente a Trapani, per aiutare i nostri giovani ad orientarsi nel mercato e far sì che tornino a sperare che ci possa essere futuro anche nella propria città. La fuga dei giovani è un problema complesso che richiede un approccio integrato e multisettoriale.
Angela Di Marzo