Martedì 17 dicembre 2024, ore 10:20

Attualità

Manovra, arrivano gli ultimi emendamenti

La manovra entra nella fase delle battute finali. La Commissione Bilancio della Camera ha esaminato gli ultimi emendamenti ma il Governo punta a stringere. Il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti ha espresso il proposito di chiudere il confronto nel corso del weekend. 
Tra le ultime novità c’è il via libera, proprio da parte del Mef, all’emendamento leghista che proroga il fondo di garanzia Pmi, con alcune modifiche, che vanno verso una forte semplificazione e due sole aliquote: 50% sui finanziamenti per liquidità e 80% per i finanziamenti agli investimenti e start-up. Viene mantenuto il massimale di 5 milioni di euro per impresa e l'intervento per il Terzo Settore.
Intanto, dal mondo delle associazioni e dei sindacati arrivano alcuni richieste di modifica. A mobilitarsi negli ultimi giorni sono i precari del mondo della ricerca, che chiedono di includere nella legge di Bilancio i fondi necessari alla stabilizzazione dei lavoratori a termine del Cnr. I lavoratori sono scesi in piazza in una manifestazione organizzata Flc Cgil, Fir Cisl e Uil Rua, all’indomani dell’incontro con la presidente del Cnr Maria Chiara Carrozza. Carrozza aveva detto che l'ente non aveva le risorse necessarie alla stabilizzazione. I precari - proprio nella consapevolezza del fatto che l'ente non ha le risorse per procedere alla stabilizzazione - chiedono che le risorse per le stabilizzazioni siano previste nella legge finanziaria. I sindacati giudicano “difficilmente utilizzabili” i dati forniti dal Cnr sul numero dei precari e “raccolti con criteri diversi da quelli previsti dalla legge Madia, che prevede la stabilizzazione dopo tre anni di anzianità per i contratti a tempo determinato o per gli assegni di ricerca”. Secondo i dati delle organizzazioni sindacali dovrebbero essere circa 4mila. Attualmente il personale precario impiegato conta circa mille tempi determinati, 2.800 assegnisti, 300 borsisti. Con i calcoli da piano di fabbisogno e con il futuro blocco del turnover al 75%, evidenziano le sigle del comparto, il numero dei posti messi a concorso “rischia di essere del tutto insufficiente rispetto a queste cifre”. “Né la volontà della dirigenza Cnr sembra muoversi verso una soluzione efficace”, rilevano i precari, che aggiungono: “Se questo governo ha interesse a finanziare la ricerca non potrà non tener contro delle proteste”. La speranza è che i fondi possano essere compresi “negli ultimi ritocchi alla manovra in discussione alla Commissione Bilancio della Camera”.
Sul fronte della sanità, secondo un approfondimento della Fondazione Gimbe, le proposte di emendamento del Governo alla manovra 2025, in particolare l’introduzione di una flat tax del 5% sugli straordinari degli infermieri e il contributo mensile di 500 euro per gli specializzandi sanitari non medici, “rappresentano certamente un segnale di attenzione verso due categorie professionali fondamentali per il analizzandole più a fondo” ma presentano “evidenti limiti”. 
“La flat tax del 5% sugli straordinari degli infermieri - spiega Nino Cartabellotta, presidente Gimbe - è un riconoscimento economico che potrebbe incentivare l'impegno di questi professionisti, già sottoposti a carichi di lavoro insostenibili. Tuttavia c'è il rischio concreto che questa misura venga percepita come una spinta a lavorare di più, ignorando la radice del problema: la cronica carenza di personale. Questo circolo vizioso non fa che aumentare il burnout e peggiorare le condizioni di lavoro”. Per essere realmente efficace, secondo Cartabellotta, “questa iniziativa deve essere accompagnata da un piano straordinario di assunzioni, indispensabile per garantire organici adeguati e qualità delle cure”.
Quanto all'andamento dell'economia, Bankitalia stima che il Pil dell'Italia aumenti dello 0,7% nel 2024 (in termini non corretti per le giornate lavorative) e acceleri nel successivo triennio, a tassi intorno all'1% in media, sospinto dalla ripresa dei consumi e delle esportazioni. Gli investimenti, si legge nel documento elaborato da Banca d'Italia, "sarebbero frenati dal ridimensionamento degli incentivi all'edilizia residenziale ma beneficerebbero dall'implementazione dei progetti legati al Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) e della graduale riduzione dei costi di finanziamento''. Il report prevede anche che i consumi delle famiglie torneranno a crescere all'1% nel 2025, mentre per il 2026 le nuove previsioni calano dall'1,3% allo 0,9%. "I consumi, dopo la forte caduta registrata alla fine del 2023, sono tornati ad aumentare fin dal primo trimestre dell'anno in corso e continuerebbero a crescere nel prossimo triennio, sostenuti dal buon andamento del potere d'acquisto delle famiglie e dalla riduzione dei tassi di interesse", si legge nel Bollettino. E' proprio grazie ai consumi che la crescita acquisterà "vigore dalla seconda metà del prossimo anno"
Ilaria Storti

( 13 dicembre 2024 )

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