Un Manifesto per il buon lavoro. A presentarlo, in Senato, è la Compagnia delle Opere, con l’obiettivo di fornire “uno spunto di ragionamento per sostenere un lavoro all'altezza del desiderio umano integrale”. “Per contrastare i fenomeni di burnout, passività, presenzialismo e Great Resignation - sottolinea il presidente della Compagnia della Opere Andrea Dellabianca - è necessario che il lavoro ritorni a rappresentare uno dei valori espressivi fondamentali della persona. Il Manifesto del Buon Lavoro vuole essere una soluzione per intraprendere un percorso verso questa nuova direzione”. Paradossalmente, infatti, nonostante l'aumento dell'occupazione, cresce il malessere sui luoghi di lavoro. Lo stress lavorativo e il burn-out sono in aumento, con un incremento del 18% delle malattie professionali legate a disturbi psichici nel primo trimestre del 2024 rispetto al 2023. “Le cause di questo malessere - evidenzia la Cdo - sono molteplici: un clima lavorativo deteriorato, difficoltà nelle relazioni tra colleghi e responsabili; poche occasioni di vero coinvolgimento e partecipazione nelle imprese; difficoltà nel gestire il rapporto tra vita lavorativa e familiare; retribuzioni stagnanti e senza logiche premiali; eccessivo divario salariale tra uomo e donna e scarsa offerta di welfare aziendale”. Proprio per questo motivo Compagnia delle Opere ha deciso di presentare, il Manifesto del buon lavoro.
“C’è un lavoro cattivo che va cacciato - sottolinea il segretario generale della Cisl Luigi Sbarra intervenendo in Senato alla presentazione del documento della Compagnia delle Opere -. Il lavoro cattivo è quello che crea diseguaglianze, che esclude i giovani o li costringe a un lavoro mal retribuito, è il lavoro che sfrutta l'uomo e che ferisce e uccide. Il lavoro cattivo è la piaga più grande da cui dobbiamo liberarci con uno sforzo collettivo. Oggi abbiamo una media di 3 morti al giorno sul lavoro”.
I dati Inail per i primi nove mesi del 2024 ci ricordano ancora una volta la gravità della situazione in ambito di sicurezza sul lavoro: 433 mila denunce di infortuni e ben 776 casi mortali, in aumento rispetto allo stesso periodo del 2023.
Dati più preoccupanti, per la dimensione sempre più estesa del fenomeno, riguardano la malattie professionali. Le denunce arrivate all’Inail nei primi otto mesi del 2024 sono state 58.857, 10.343 in più rispetto allo stesso periodo del 2023. Si tratta di un’escalation: più 21,3% rispetto al 2023 e addirittura più 49,5% rispetto al 2022. Anche rispetto al periodo pre-pandemia c’è una crescita enorme: più 43,4% sul 2019.
L’incremento delle patologie denunciate interessa le Isole (+29,9%), il Sud (+29,7%), il Centro (+20,1%), il Nord-Est (+13,5%) e il Nord-Ovest (+11,5%).
In ottica di genere si rilevano 7.979 denunce di malattia professionale in più per i lavoratori, da 35.556 a 43.535 (+22,4%), e 2.364 in più per le lavoratrici, da 12.958 a 15.322 (+18,2%).
Le patologie del sistema osteo-muscolare e del tessuto connettivo, quelle del sistema nervoso e dell’orecchio continuano a rappresentare, anche nei primi otto mesi del 2024, le prime tre tipologie di malattie professionali denunciate, seguite dai tumori e dalle patologie del sistema respiratorio.
Ilaria Storti