Dopo una breve fase di calo, l’occupazione torna a crescere, mentre l’economia resta stazionaria. Secondo gli ultimi dati Istat, a ottobre il numero di occupati cresce di 47mila unità e tocca quota 24 milioni 92mila. L’aumento, spiega l’Istituto di statistica, coinvolge i dipendenti permanenti e gli autonomi, mentre scendono i dipendenti a termine. Il dato cresce anche tra chi ha almeno 50 anni di età e tra i 15-24 enni; è stabile tra le donne ed è in calo tra i 25-49enni.
L'occupazione cresce anche rispetto a ottobre 2023 (+363mila occupati). Su base mensile, il tasso di occupazione raggiunge il 62,5%, nuovo record storico, e quello di inattività sale al 33,6%.
Contestualmente, il tasso di disoccupazione scende al 5,8%, ossia 0,2 punti percentuali in meno di settembre. Si tratta del valore minimo dal 2007. In calo a ottobre anche il tasso di disoccupazione giovanile, al 17,7% (-1,1 punti). Nello specifico, il numero di persone in cerca di lavoro diminuisce (-3,8%, pari a -58mila unità); si registra un calo per uomini e donne e per tutte le classi d'età. Il numero di inattivi aumenta (+0,2%, pari a +28mila unità) tra le donne e gli under35, mentre diminuisce tra gli uomini e le altre classi d'età.
Il mercato del lavoro, dunque, resta in una fase positiva, fase iniziata ormai da oltre tre anni. Dati negativi arrivano, invece, dall’economia. Nel terzo trimestre del 2024 il prodotto interno lordo (Pil) corretto per gli effetti di calendario e destagionalizzato, è rimasto stazionario rispetto al trimestre precedente ed è cresciuto dello 0,4% nei confronti del terzo trimestre del 2023. La stima completa dei conti economici trimestrali, sottolinea l’Istat, conferma la crescita nulla dell'economia italiana nel terzo trimestre del 2024 (stima rilasciata in via preliminare a fine ottobre).
A fronte di un terzo trimestre negativo, la crescita acquisita dell'economia Italiana si attesta allo 0,5% nel 2024, in lieve rialzo rispetto allo 0,4% della stima preliminare.
Più nel dettaglio, l’Istituto di statistica rileva una crescita dei consumi finali dell'1% rispetto al terzo trimestre del 2023 (+1,4% la spesa delle famiglie residenti e delle Isp) e un calo dell’1,2% degli investimenti fissi lordi. Le importazioni crescono dell'1,2%, mentre le esportazioni diminuiscono dello 0,9%. L'Istituto di statistica spiega che la crescita nulla del Pil è il risultato di andamenti contrastanti delle principali componenti della domanda. Sul piano interno, i consumi delle famiglie forniscono un contributo positivo di 0,8 punti percentuali e gli investimenti uno negativo di 0,3 punti. Nullo il contributo della spesa delle Amministrazioni Pubbliche e +0,2 quello della variazione delle scorte. Sul piano della domanda estera il contributo è negativo per 0,7 punti percentuali. Riguardo al valore aggiunto, risulta in calo dello 0,7% l'industria, stabile l'agricoltura e in crescita dello 0,2% i servizi.
Ilaria Storti