L'accordo sulle nuove norme del Patto di stabilità "è nel nostro interesse, perché darebbe sicurezza agli investitori e ai mercati finanziari, e darebbe chiarezza sulla strada da percorrere". Sembra essere questa la linea del vice presidente della Commissione Ue Maros Sefcovic intervenendo in Plenaria al Pe sul dibattito sulla riforma del Patto di stabilità. "Il Consiglio è chiamato a completare il lavoro legislativo entro la fine dell'anno e sono fiducioso che tale obiettivo verrà raggiunto", ha spiegato Sefcovic.
Una prima risposta è subito arrivata. Il governo tedesco continuerà a rendere possibile tutta la solidarietà necessaria in crisi come quella del Covid ma "siamo anche a favore di una stabilità fiscale in Europa. Dobbiamo avere un approccio ragionevole. Non vogliamo far precipitare nessuno nella crisi dell'austerity ma ciò non significa che non sia importante limitare l'indebitamento. Un aumento incontrollato dei debiti non è una riposta alle crisi, ecco perché dobbiamo trovare un equilibrio. In questo spirito riusciremo a trovare una soluzione comune ma ci aspetta un duro lavoro", ha detto il cancelliere tedesco Olaf Scholz nella sua replica all'Eurocamera.
Poi: "Se decidiamo a favore di un'Europa allargata allora bisogna riformarla per renderla capace di agire. Ecco perché bisogna confrontarsi con questa questione". L'allargamento allora può avere successo solo se si avrà una procedura di maggioranza qualificata nelle decisioni cruciale. "Abbiamo bisogno di decisioni a maggioranza per poter agire", ha sottolineato il cancelliere tedesco nella sua replica alla Plenaria. "Con un'Europa allargata per chi fa già parte dell'Ue ci saranno dei cambiamenti, perché la solidarietà andrà estesa a più Paesi ma la discussione va affrontata ora. È imbarazzante che venti anni fa abbiamo schiuso la prospettiva di un'adesione ai Balcani occidentali e oggi ancora non ci siamo. Servono le riforme necessarie per garantire un'allargamento, ad esempio alla Macedonia del Nord", ha spiegato. "Se non troviamo il modo di agire assieme l'Ue sarà irrilevante nel mondo", ha puntualizzato.
Da più parti è arrivato anche un richiamo diretto a Roma che si ripete con cadenza regolare di mese in mese: sulla ratifica del Mes servono "chiarimenti". I ministri dell' Eurozona sono pronti a recapitare l'ennesima ammonizione al titolare dei conti italiani, Giancarlo Giorgetti, anche il 15 maggio, quando si ritroveranno faccia a faccia a Bruxelles per proseguire sulla via, ancora dissestata, dell'Unione bancaria, e analizzare il rinnovato quadro macroeconomico dopo il rischio scampato della recessione tecnica. Una riunione che proprio sulla ratifica del nuovo Fondo salva-Stati non si preannuncia distesa. Se si vuole parlare dell'Unione bancaria "non si può non discutere del Mes e del suo backstop" per la risoluzione delle banche, è il ragionamento che fa un alto funzionario europeo. E, con l'Italia rimasta ormai l'unica a mancare all'appello, è inevitabile anche discutere "dei piani" del governo, fermo restando il "rispetto" che l'Eurogruppo nutre per il processo di ratifica a capo dei Parlamenti nazionali.
Rodolfo Ricci