Gli Stati dell'Eurozona si impegnano ad attuare già quest'anno in maniera coerente e rapida il nuovo Patto di stabilità. Nessuna esitazione dunque, dopo l'intesa finale sulla nuova governance fiscale raggiunta tra i co-legislatori del Consiglio e del Parlamento europeo poco più di un mese fa, e già confermata dai Paesi Ue il 21 febbraio e validata quindi la scorsa settimana anche dalla Commissione Econ dell'Eurocamera. Un impegno dell'Eurogruppo che getta il cuore oltre l'ostacolo, in attesa dell'ultimo via libera al Parlamento europeo nella plenaria di aprile, e nonostante le inevitabili incertezze di questa fase di transizione ricca di novità. "Introdurremo questo nuovo quadro di regole in un arco di tempo molto ristretto - ha sottolineato il commissario europeo all'Economia Paolo Gentiloni - Si tratta ovviamente di una sfida, ma alla fine la nostra opinione e inoltre l'opinione della maggior parte degli Stati membri era chiaramente di non essere favorevoli a posticiparne l'adozione".
"Lavoreremo intensamente durante l'estate sui piani a medio termine con gli Stati membri". Sulla scena dell'Eurogruppo, intanto, riappare la questione della mancata ratifica da parte dell'Italia del nuovo trattato del Meccanismo europeo di stabilità: "Sto collaborando e rimanendo in contatto con tutti i Paesi per capire e vedere come potrà evolversi la situazione in Italia", ha detto il direttore del Mes Pierre Gramegna. "L'unica cosa che posso dirvi è che per ragioni costituzionali il Parlamento italiano non può discutere nuovamente la questione entro la scadenza dei sei mesi rispetto alla decisione di dicembre. Stiamo ancora parlando con l'Italia per vedere come possiamo trovare una soluzione". Tornando al nuovo Patto di stabilità, nella dichiarazione sulla politica di bilancio per il 2025 l'Eurogruppo ha spiegato che è concepito "per rafforzare la sostenibilità del debito e promuovere una crescita sostenibile e inclusiva attraverso riforme strutturali e investimenti, promuovendo al tempo stesso la titolarità nazionale e rafforzando l'applicazione delle norme. Ci impegniamo a garantirne un'attuazione coerente e rapida nel corso di quest'anno".
In questo primo anno di transizione del nuovo Patto, il 21 giugno saranno comunicate agli Stati le traiettorie di riferimento elaborate dalla Commissione europea, dopo anche un mese di confronto già previsto con gli Stati, in modo che il target vengano elaborati (con il criterio della 'analisi di sostenibilità del debito') considerando tutti gli elementi giudicati rilevanti dai Paesi. Con i nuovi target di aggiustamento a 4 (o a 7 anni a fronte di impegni in investimenti e riforme) i Paesi presenteranno entro il 20 settembre i piani pluriennali di spesa per l'aggiustamento dei conti.
Secondo la previsione dell'Eurogruppo sulla base degli ultimi dati disponibili, i requisiti del quadro rivisto di governance economica si tradurranno in un orientamento di bilancio complessivamente leggermente restrittivo nella zona euro nel 2025. L'Eurogruppo, in formato allargato Ecofin, ha anche approvato l'attesa dichiarazione per ridare impulso all'Unione del mercato dei capitali.
Il rischio è "restare indietro globalmente in termini di competitività, crescita e prosperità", ha affermato, invitando a trasformare urgentemente i mercati dei capitali europei in mercati globalmente competitivi. Come aree di intervento sono state individuate l'architettura per un sistema normativo competitivo, snello e intelligente, le imprese, per garantire un migliore accesso ai finanziamenti privati e l'importanza di creare migliori opportunità per i cittadini con più opportunità di investimento redditizie. In ogni caso, "il tanto necessario aggiustamento fiscale non dovrebbe portare a tagli agli investimenti. Non dobbiamo ripetere gli errori di dieci anni fa", ha tenuto a ribadire il commissario Gentiloni nella conferenza stampa al termine dell'Eurogruppo.
"I finanziamenti provenienti dai Pnrr continueranno a sostenere gli investimenti e altre spese a sostegno della crescita -ha segnalato Gentiloni - La spesa finanziata dalle sovvenzioni Pnrr e da altri fondi Ue è destinata a fornire un sostegno fiscale di circa mezzo punto percentuale del Pil a livello della zona euro nel 2024 e nel 2025. Ma ciò deve integrare e non sostituire gli investimenti finanziati a livello nazionale".
E "sugli orientamenti di politica fiscale per il 2025 la Commissione europea raccomanda nel complesso una posizione fiscale leggermente restrittiva in linea con le attuali circostanze economiche. È necessario abbattere l'inflazione e avviare gradualmente la una ricostruzione delle riserve fiscali, ha voluto aggiungere il vicepresidente della Commissione europea Valdis Dombrovskis. "Ovviamente una parte importante è trovare il giusto mix politico e anche che le politiche fiscali e monetarie non siano in contraddizione tra loro ed è qui che arriva questa raccomandazione di una posizione fiscale leggermente restrittiva" assieme "all' importanza di preservare gli investimenti, il cofinanziamento dei fondi europei, tra cui quelli di coesione e il Pnrr, ma anche preservare gli investimenti finanziari a livello nazionale", ha concluso Dombrovskis.
Rodolfo Ricci