La strategia della presidenza spagnola sulla revisione del bilancio pluriennale «è continuare il lavoro tecnico fino a settembre e, a settembre, fare un punto sui progressi messi in campo per poi provare a presentare una proposta di compromesso al Consiglio europeo di ottobre. L’affermazione arriva dal segretario di Stato per agli affari Ue per il governo spagnolo, Pascual Ignacio Navarro Ripos, al termine del Consiglio Affari Generali. La Spagna, dal primo luglio, è presidente di turno dell'Unione. "La proposta sulla revisione di bilancio rispecchia il fatto che l'Ue si trova a sfide senza precedenti. Il bilancio comunitario ha dimostrato la propria resilienza ma tutte queste sfide portano una pressione incredibile quindi abbiamo bisogno di un bilancio adeguato che traduca scelte politiche in azioni concrete", ha aggiunto il vice presidente della Commissione Ue Maros Sefcovic.
Senza l'ok alla revisione il bilancio del 2024 non avrà alcuna flessibilità perché si esaurirà dai costi del Next generation Ue, ha sottolineato Sefcovic. "Non è solo l'invasione dell'Ucraina ad averci colto di sorpresa ma anche l'inflazione ci ha colpito molto. Non era stato prevista neppure l'Inflaction Reduction Act, che è un atto che richiede una risposta. Non abbiamo adottato inoltre nessuna decisione per l'Ucraina per i prossimi anni ma va fatto, e presto",ha sottolineato il commissario Ue al Bilancio, Johannes Hahn, illustrando al Consiglio Affari generali la proposta di revisione di bilancio comunitario. "Visto che l'anno prossimo ci sarà un periodo di interregno in Europa è più che mai necessario trovare un accordo quest'anno", ha aggiunto Hahn che, sulle somme chieste dalla Commissione, ha sottolineato: "Abbiamo fatto dei calcoli precisi, non leggendo una palla di cristallo. Non possiamo riassegnare i fondi tra gli Stati membri e quelli a livello europeo".
Resta un dato di fato: è un "bivio storico" quello che vive l'Europa ora e nel quale occorre andare avanti con una maggiore integrazione visto che le strade "della paralisi" o "dell'uscita" dal percorso di integrazione sono divenute, dopo l'aggressione della Russia e la Brexit più costose e impraticabili ed è cresciuta la volontà degli europei verso un'unione pià stretta. Ma questo passaggio deve avvenire attraverso "un processo politico e non tecnocratico".
L'ex presidente del consiglio italiano ed ex numero uno della Bce, Mario Draghi, torna a parlare negli Stati Uniti, a Cambridge, per spiegare il prossimo volo del calabrone: il sentiero verso una politica di bilancio comune nell'Eurozona. A lungo vista come incompleta e destinata al fallimento negli ambienti accademici e di mercato americani, l'Unione è però ancora lì e anzi, spiega Draghi - che ha contribuito a salvarla con il suo Whatever it takes nel 2012 - ora può affrontare un deciso passo in avanti dopo le terribili prove della pandemia e della guerra all'Ucraina.
Rodolfo Ricci