I finanziamenti alla difesa Ue sono stati il convitato di pietra anche all' Ecofin. Per ora i ministri delle Finanze europei hanno fatto un punto sull'avvio del Patto di stabilità, con i nuovi piani pluriennali e le procedure per disavanzo eccessivo, oltre all'implementazione del Recovery. E proprio il Recovery vede l'esordio al Consiglio Ue del vicepresidente italiano Raffaele Fitto, per un aggiornamento sull'attuazione del dispositivo. Le assegnazioni con il Recovery, spiega poi il commissario Ue all'Economia Valdis Dombrovskis, entro fine anno raggiungeranno i 300 mliardi di euro.
Per il presidente di turno dell' Ecofin, l'ungherese Mihaly Varga, di finanziamenti comuni alla difesa dovrebbero parlare i leader al summit europeo della prossima settimana (19 dicembre). Per ora la spesa nella difesa resta "questione nazionale", ha spiegato. Però adesso è la Francia che inizia a fare paura. Si dice a mezza bocca, in modo sommesso, ma i conti francesi uniti alla crisi politica agitano i partner. Il commissario per l’Economia, Valdis Dombrovskis, assicura che "l’eurozona fin qui ha mostrato capacità di resistenza" a pressioni e shock, e assicura che quella francese è una situazione che riguarda "l’immediato". Insomma, "non ci sono segnali di una crisi".
Almeno per ora è questa la linea difensiva. Però, attorno al tavolo dei ministri economici ci sono preoccupazioni. "E’ una situazione fragile", riconosce Mihaly Varga, ministro delle Finanze dell’Ungheria e presidente di turno del consiglio Ecofin. Le principali economie dell’Ue sono anche quelle alle prese con instabilità di governo. "Guardiamo a Germania e Francia", ammette. La Germania ha una crescita bloccata e va a elezioni anticipate, mentre la Francia inizia ad avere alto deficit, debito in aumento, uno spread ai livelli più alti dal 2012 e superiore al differenziale di rendimento di quelli greci, con un governo da formare. La Francia ha più effetti contagio nell’Ue, e discuteremo di questo, ha tagliato corto Varga, a riprova di uno stato di fibrillazione dei partner. L’accostamento tra Francia e Grecia viene fatto pubblicamente, dallo stesso presidente di turno dell’Ecofin.
Un riferimento frutto dell’andamento del rendimento dei titoli di Stato, con quelli francesi meno attraenti di quelli ellenici. Un dato di fatto, se non fosse che la Grecia è l’esempio lampante della crisi del debito sovrano e lo Stato membro dell’Unione europea con la cura di risanamento più sostanziosa, per 256 miliardi di euro di prestiti dal 2010 al 2018. Auspicio, neanche troppo velato e al contrario ben dichiarato, è che la Francia sappia rimettere mano ai propri conti pubblici, riducendo gli squilibri e attenendosi al nuovo patto di stabilità, così come riformato dagli Stati membri.
La richiesta arriva dai Paesi Bassi, con il ministro delle Finanze, Eelco Heinen, che invita Parigi a disciplina di spesa e la Commissione ad agire "con la stessa severità mostrata nei nostri confronti". Un riferimento alla bocciatura della legge di bilancio olandese, per via di una spesa considerata eccessiva e contraria alla linea di prudenza. Un aiuto al presidente francese Emmanuel Macron potrebbe arrivare da Francoforte. Oggi si riuniosce il consiglio direttivo della Banca centrale europea, chiamata a decidere se tagliare o meno ancora i tassi di interesse. Gli analisti si attendono una riduzione di 0,25 punti base. Se così fosse la decisione potrebbe incidere positivamente sulla situazione dei tassi.
Rodolfo Ricci