Giovedì 23 gennaio 2025, ore 18:30

Israele-Hamas 

L’accordo ora è ufficiale, primi ostaggi liberi domenica 

I negoziatori di Israele, Hamas, Stati Uniti e Qatar hanno firmato ufficialmente a Doha l’accordo per il cessate il fuoco nella Striscia di Gaza che prevede il rilascio degli ostaggi israeliani e la scarcerazione dei detenuti palestinesi. Lo riferisce Ynet. La questione dei rapiti nelle mani del partito-milizia- stando ai media di Tel Aviv - è stata risolta in serata. "Soggetto all’approvazione del gabinetto e del governo, e all’entrata in vigore dell’accordo, il rilascio degli ostaggi potrebbe realizzarsi secondo il piano stabilito, con la possibilità che gli ostaggi vengano liberati già domenica", lo rende noto l’ufficio di Benjamin Netanyahu. Il ministro Ben-Gvir è pronto a dimettersi, il suo partito Otzma Yehudit abbandonerà la coalizione dopo l’accordo di cessate il fuoco: "Amo il primo ministro Netanyahu e mi assicurerò che continui ad essere premier, ma me ne andrò perché l’accordo firmato è disastroso", ha scritto su X il ministro di ultradestra. L’intesa è stata approvata dal gabinetto di sicurezza, ora sarà sottoposta al governo per l’approvazione definitiva.

Da parte Usa la sigla all’accordo è stata messa da Brett McGurk, principale consigliere del presidente Joe Biden per il Medio Oriente. Al raggiungimento ha lavorato anche l’inviato del leader americano eletto Donald Trump, Steve Witkoff. Secondo fonti qualificate, l’attuazione dell’accordo inizierà, come previsto, domenica 19 gennaio e non subirà ritardi dovuti alla concomitanza con le riunioni del governo israeliano. Lo riferiscono i media israeliani aggiungendo che il primo rilascio, di tre donne civili, avverrà domenica alle 16, ora locale. La tregua dovrebbe entrare in vigore domenica alle 12.15. Stando ad alcune indiscrezioni, l’ufficio del primo ministro ha informato i parenti degli ostaggi che l’elenco dei detenuti palestinesi destinati al rilascio sarà reso pubblico dopo la riunione del governo di questa mattina. "Lo Stato di Israele è impegnato a raggiungere tutti gli obiettivi della guerra. Incluso il ritorno di tutti i nostri ostaggi, sia vivi che morti", si legge nella nota dell’ufficio di Netanyahu. Il consigliere per la sicurezza nazionale di Trump ha dichiarato alla Cnn che la nuova amministrazione ha chiarito a Netanyahu che "se Hamas rinnegherà anche solo una parte dell’accordo, gli Stati Uniti appoggeranno Israele".

Secondo Haaretz "Hamas dovrebbe rivelare i nomi degli ostaggi che saranno liberati solo il giorno della loro liberazione", dicono fonti al giornale. Tuttavia, in una dichiarazione rilasciata dall’ufficio del primo ministro, si afferma che i nomi saranno resi pubblici solo dopo che gli ostaggi saranno stati consegnati all’Idf e le loro famiglie saranno state informate. La lista dei probabili 33 ostaggi che saranno rilasciati da Hamas durante la prima fase dell’accordo, che non indicale condizioni dei rapiti, circola da questa mattina sui media locali. Israele ritiene che la maggior parte di loro siano vivi. Tra i primi ad essere rilasciati ci sarebbero le donne rapite dai kibbutz e al festival di Nova: Romi Gonen, Emili Demari, Arbel Yehud, Doron Steinbrecher, nonché Shiri Bibas e i suoi figli Ariel e Kfir.

Successivamente, secondo il piano, saranno liberate le cinque soldatesse Liri Elbag, Karina Ariev, Agam Berger, Daniela Galbo e Naama Levi. La lista include anche 10 uomini di età compresa tra i 50 e gli 85 anni. Inoltre, dovrebbero essere rilasciati nella prima fase dell’accordo altri nove ostaggi, tra cui feriti e malati,così come Avra Mengistu e Hisham Shaaban al-Said, che sono prigionieri a Gaza già da dieci anni. L’accordo prevede che in totale, per i primi cinque ostaggi civili e i due bambini Bibas, vengano scarcerati 210 detenuti minori e donne palestinesi. Per le cinque soldatesse saranno liberati 150 ergastolani palestinesi e altri 100 detenuti. Per nove rapiti malati e feriti verranno rilasciati 110 ergastolani. Per 10 rapiti adulti verranno rilasciati 30 ergastolani e altri 270 detenuti. Per Mengistu e Sayed, in ostaggio da dieci anni a Gaza, verranno rilasciati 60 prigionieri e altri 47 liberati nell’accordo di Shalit del 2011 che sono stati nuovamente incarcerati. Inoltre, verranno rilasciati 1.000 palestinesi arrestati dall’8 ottobre 2023 ma che non hanno partecipato al massacro.

Poi aiuti umanitari, finanziamenti e ricostruzione: l'Unione europea è pronta a svolgere il suo tradizionale ruolo nella Striscia di Gaza. I 27 non hanno preso parte ai negoziati che hanno portato a un accordo di cessate il fuoco tra Israele e Hamas. Nonostante questa distanza politica, la Commissione europea vuole agire immediatamente sul campo. "L'Unione europea è pronta a sostenere l'attuazione del cessate il fuoco, in particolare attraverso i considerevoli aiuti umanitari che sta fornendo. Stiamo anche aggiornando i nostri piani per l'eventuale ridislocazione della Bam Rafah" , ha dichiarato Anouar El Anouni, portavoce della Commissione europea.

Rodolfo Ricci

( 17 gennaio 2025 )

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