Anche per il segretario generale della Cgil Landini quello a palazzo Chigi ”è stato un incontro importante. Va dato atto al Governo di aver risposto velocemente alla nosLtra richiesta e di aver messo sul tavolo una disponibilità ad entrare nel merito dei singoli temi anche con incontri settoriali dopo aver avuto il quadro della situazione”. Il Governo ”ha confermato che sta facendo un monitoraggio che dovrebbe concludersi entro il 21 novembre sia sul Pnrr che Fondi di coesione. Sui fondi europei di coesione c'è un ritardo su quello che avremmo dovuto spendere e non lo abbiamo fatto. Il itardo è dovuto alla mancanza di competenze e professionalità che rafforzino progettazione e gestione degli investimenti previsti dal Pnrr. Dato che il personale è pagato poco ed è precario se ne va. Quindi bisogna aumentare retribuzioni e non rendere precario questo lavoro”.
Anche per la Uil si è trattato di un incontro importante. ”Un’opportunità per il nostro Paese, ma ora bisogna passare dalle parole ai fatti, cercando di superare l'atavico problema dell'impiego delle risorse europee”, ha detto la segretaria confederale della Uil Bocchi, secondo la quale ”bisogna investire in un piano che rigeneri la Pa, anche con assunzioni a tempo indeterminato e riqualificazione del personale in particolare negli enti locali, riducendo i divari territoriali, generazionali e di genere. Per quel che riguarda la revisione del Pnrr, siamo d'accordo per apportare solo piccoli cambiamenti, ma poi occorre accelerare per la messa a terra dei progetti. Condividiamo l'intenzione del Governo di avviare un percorso strategico di complementarietà del Pnrr con le risorse per la coesione nazionali ed europee”.
Intanto inizia a prendere forma la prima manovra economica del governo Meloni che arriverà molto presto in Cdm. Assodato che la quasi totalità delle risorse, 21 miliardi di euro provenienti dallo scostamento di bilancio, verranno impiegate per mitigare gli effetti del caro bollette per famiglie ed imprese, le forze politiche che compongono la maggioranza lavorano per mettere a punto delle proposte che siano un punto di partenza per la realizzazione di una serie di punti identitari previsti nel programma con cui il centrodestra si è presentato alle elezioni. Il governo è a caccia di risorse per finanziare la manovra. Alcune potrebbero arrivare dalla modifica della norma sulla tassazione degli extraprofitti; altre dal possibile utilizzo di 5-7 miliardi di fondi strutturali Ue residuo della programmazione 2014-2020. E poi c’è la revisione del reddito di cittadinanza, da cui potrebbe arrivare fino ad un miliardo di euro.
Il leader della Cisl Sbarra in una intervista a Qn indica i cardini della nuova grande riforma delle pensioni del 2023: ”Deve avere i caratteri della sostenibilità finanziaria, della flessibilità in uscita, della inclusività verso giovani e donne. La premier Meloni si è impegnata a discuterne con noi. Aspettiamo la convocazione del Governo anche per fare chiarezza sulle tante ipotesi che in questi giorni circolano rispetto a quello che dovrà accadere il prossimo primo gennaio”. La soglia dei 41 anni di contributi a prescindere dall'età ”è per noi condivisibile”, ma bisogna anche ”restituire alle persone la libertà di uscire dal circuito produttivo a partire da 62 anni senza penalizzazioni”. Va superato ”il meccanismo delle quote, come combinazione tra età e contributi, che penalizza chi ha percorsi professionali frammentati e precari e tratta tutti i lavoratori allo stesso modo”. Così come serve la conferma strutturale dell’estensione dell'Ape sociale per i lavori gravosi”. Inoltre, ”bisogna incentivare la previdenza complementare in tutti i settori privati e pubblici riducendo fortemente la tassazione sui fondi e prevedendo forme di silenzio-assenso all'adesione”. L'Aiuti quater, conclude Sbarra, ”va visto come un provvedimento-ponte che proroga le principali misure di sostegno e che va migliorato, consolidato e stabilizzato in manovra”.
Nel frattempo l'inflazione continua a salire. Nel mese di ottobre ha registrato un aumento del 3,4% su base mensile e dell'11,8% su base annua (da +8,9% del mese precedente). Lo ha reso noto l'Istat limando così leggermente la stima preliminare che era +11,9%. Accelerano i prezzi dei Beni alimentari, per la cura della casa e della persona (da +10,9% a +12,6%) e quelli dei prodotti ad alta frequenza d'acquisto (da +8,4% a +8,9%). ”È necessario risalire a giugno 1983, quando registrarono una variazione tendenziale del +13%, per trovare una crescita su base annua dei prezzi del carrello della spesa”, commenta l’Istat.
La forte accelerazione dell'inflazione su base tendenziale si deve soprattutto ai prezzi dei Beni energetici ; e in misura minore ai prezzi dei Beni alimentari. Rallentano invece i prezzi dei Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona. L'indice armonizzato dei prezzi al consumo aumenta del 3,8% su base mensile e del 12,6% su base annua; la stima preliminare era +12,8%. L'indice nazionale dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati, al netto dei tabacchi, registra un aumento del 3,3% su base mensile e dell'11,5% su base annua.
Giampiero Guadagni