Decisione accolta con soddisfgazione a Palazzo Chigi, alle prese comunque con nodi irrisolti. Si registra infatti una frenata sul decreto fiscale in Senato, con un braccio di ferro interno alla maggioranza sul taglio al canone Rai, e un intervento del Colle per garantire la coerenza delle materie contenute. Nell’incontro di domenica sera con i vicepremier Tajani e Salvini e il leader di Noi moderati Lupi, la premier Meloni ha preso tempo di fronte alle richieste che non hanno coperture finanziarie certe. A partire dalla riduzione del canone Rai, chiesta a gran voce dalla Lega, anche magari più contenuta dei 20 euro di un anno fa. Una proposta che non è vista di buon occhio neanche dalla premier. Che a quel punto dovrebbe fronteggiare la pretesa di FI di compensazioni su altri capitoli.
Durante il vertice di maggioranza di domenica sera si è parlato anche del nuovo incarico del ministro Raffaele Fitto che ”trasloca” in Europa. Sembra emersa la decisione di attendere che la manovra approdi a Montecitorio, poi si ragionerà sul da farsi: l'orientamento è di non sostituire il Ministro ma di assegnare le deleghe. Nella maggioranza c’è anche il nodo dell’autonomia differenziata: anche su questo dossier si prenderà' tempo, in attesa delle motivazioni della Corte costituzionale e di capire come finirà la questione dei referendum.
Intanto Cgil e Uil confermano lo sciopero di otto ore dei trasporti nell'ambito dello sciopero generale di venerdì 29 novembre contro la manovra di bilancio. La Commissione di garanzia sugli scioperi e poi il Mit avevano chiesto di ridurre la durata a quattro ore. Nella risposta "confermano lo sciopero generale del 29 novembre nei termini e con le articolazioni" già indicate nella proclamazione. Dallo stop i sindacati avevano già escluso il trasporto ferroviario.
Ribadisce il segretario generale della Cisl Sbarra: ”Usare la mobilitazione generale in modo compulsivo, oltre ad allontanare le persone dal sindacato, porta a toni sempre più alti e a un clima sempre più irrespirabile nei luoghi di lavoro e nelle comunità”. Si tratta di ”uno schema sbagliato, che crea disagio tra lavoratori e cittadini, infuoca inutilmente le relazioni industriali, allontana il mondo del lavoro dai luoghi di decisione”. Sbarra spiega come la Cisl ”da sempre guarda allo sciopero come allo strumento di extrema ratio, una scelta anche dolorosa, perché implica il fallimento del momento negoziale e sacrifici per i lavoratori. Lo sciopero rimane uno strumento sindacale, finalizzato a portare risultati tangibili per le persone e non a esprimere opposizione a un governo o a un'area politica. In questo quadro, quando il dialogo si spezza siamo i primi a scendere in piazza”. Conclude il numero uno di Via Po: ”La via maestra è quella della contrattazione, della concertazione e della partecipazione. Altrimenti si corre il rischio dell'irrilevanza o quello di fare il gioco di chi ci vorrebbe trasformare in soggetti apparentemente rumorosi, ma di fatto deboli e imbelli. La manovra presenta tanti elementi coerenti con quanto rivendicato dalla Cisl, e non solo, in questi mesi. Ora dobbiamo lavorare per migliorare ulteriormente i contenuti”.
Giampiero Guadagni