Il ripristino del fondo per l’automotive viene sollecitato dalla segretaria generale aggiunta della Cisl Fumarola, che sottolinea ”Si tratta di un settore strategico per il Paese, ci sono tanti lavoratori che sono già in ammortizzatore sociale e noi non possiamo permettere che perdano una tutela fondamentale”. Tra le altre modifiche che la Cisl chiede, l’aumento delle pensioni minime, la stabilizzazione dei fondi per la non autosufficienza, lo stop ai tagli nella scuola e nella pubblica amministrazione. Resta il fatto, ribadisce Fumarola, che ”questa non è una manovra da sciopero generale, perché rispetto alle nostre richieste, che abbiamo messo nero su bianco già da luglio, abbiamo riscontrato elementi positivi: dal taglio del cuneo fiscale che si allarga fino ai 40 mila euro, all'accorpamento delle prime due aliquote dell'Irpef agli interventi sulla famiglia, alla indicizzazione delle pensioni”.
Intanto l'Ocse taglia la stima sul pil italiano per il 2024 e 2025 a poco più di due mesi di distanza: secondo il nuovo Outlook la crescita segnerà +0,5% nel 2024 (contro il +0,8% previsto il 25 settembre), per poi aumentare ”modestamente” allo 0,9% nel 2025 (dal +1,1% precedente). Nel 2026 invece il pil salirà dell'1,2% nel 2026. L'attività economica ”resta debole e la crescita nel breve termine si rialzerà solo gradualmente”.
Tuttavia ”un'impennata più forte del previsto degli investimenti pubblici legati al Pnrr potrebbe sostenere la performance economica”. Inoltre la forte disinflazione registrata negli ultimi trimestri, unita a solidi aumenti salariali, dovrebbe sostenere la spesa dei consumatori. Il deficit pubblico è destinato a ridursi nell'ambito del piano fiscale a medio termine del Governo, scendendo al di sotto del 3% entro il 2026. Tuttavia, il rapporto debito pubblico/pil continuerà ad aumentare rispetto ai livelli già elevati. Aggiunge l’Ocse: ”il risanamento di bilancio previsto dall'Italia ”rappresenta un equilibrio tra la prudenza fiscale e il mantenimento dello slancio della crescita”.
La disoccupazione calerà dal 6,5% del 2024 al 6% nel 2025 e poi ancora al 5,8% nel 2026. I salari contrattati collettivamente sono cresciuti di circa il 4%, sostenendo i redditi delle famiglie e i consumi privati.
Le riforme strutturali saranno essenziali per affrontare le carenze di lavoratori in un contesto di rapido invecchiamento della popolazione, intervenendo anche in aree chiave come i servizi pubblici di assistenza all'infanzia e il miglioramento dell'istruzione terziaria tecnica per portare più donne e giovani nel mercato del lavoro.
Il pil mondiale crescerà del 3,2% nel 2024 e poi salirà a +3,3% nel 2025 e nel 2026 ma ”restano significativi rischi di ribassi” legati alle guerre e ai dazi all'importazioni. L’Ocse conferma la previsione della precedente pubblicazione del 25 settembre per quest'anno e rialza di 0,1 punti percentuali quella per il prossimo anno. L'inflazione nell'area Ocse segnerà +5,4% nel 2024 per poi scendere al 3,8% nel 2025 e ancora giù al 3% nel 2026. Il calo dell'inflazione sta dando una spinta alla crescita del reddito reale delle famiglie e alla spesa, anche se la fiducia dei consumatori non è ancora tornata ai livelli pre-pandemici in molti Paesi. Il mercato del lavoro continua ad allentarsi, anche se la disoccupazione rimane generalmente ai minimi storici o quasi”.
Giampiero Guadagni