Martedì 17 dicembre 2024, ore 8:50

Manovra 

Il Governo valuta interventi per l’automotive 

La commissione Bilancio della Camera ha avviato la discussione sul complesso degli emendamenti sulla manovra. Le votazioni dovrebbero iniziare martedì. Il testo è atteso in Aula per il 13 dicembre. Il Governo valuta un intervento a sostegno dell'automotive da inserire nella manovra: non più incentivi ai consumatori ma alle aziende della lunga filiera della componentistica, dai motori alle marmitte, dai bulloni a vetri e cinture. Potrebbero essere previsti aiuti per stimolare ricerca e innovazione, e soprattutto per ridurre i costi energetici degli stabilimenti. Si parla di 400 milioni di euro. Misure dunque circoscritte, le risorse sono poche, ma che segnerebbero un segnale nel percorso di rilancio del dialogo con Stellantis dopo le dimissioni dell'ad Tavares. Il pressing bipartisan affinché John Elkann chiarisca al Parlamento il piano industriale e le prospettive occupazionali per ora non sfonda. Al presidente della commissione Attività produttive della Camera Gusmeroli, che gli ha inviato il terzo invito a presentarsi in audizione, il presidente del gruppo ha ribadito che non è ancora il momento: vuole attendere la chiusura del tavolo al Mimit e l'apertura di quello a Palazzo Chigi. Sulla vicenda è arrivata la convocazione dal Mimit per il 17 dicembre alle ore 14. I convocati sono le organizzazioni sindacali, Stellantis, Anfia e le regioni dove sono presenti gli stabilimenti (Piemonte, Campania, Emilia-Romagna, Lazio, Abruzzo, Basilicata). Dopo l'appuntamento al Mimit si capiranno i margini per spostare la questione a Palazzo Chigi, come chiedono i vertici aziendali e i sindacati. Lo scenario preoccupa gli operai, da Melfi a Mirafiori. Il Governo ha fissato la priorità: tutelare i lavoratori degli impianti Stellantis in Italia, quelli dell'indotto e della logistica. Si cerca un asse per spingere l'Ue a ”rivedere quelle norme che - ha notato la premier Meloni - rischiano di mettere in ginocchio l'industria europea dell'auto”. Nel Governo si registrano accenti e approcci diversi. Salvini parte all'attacco: ”Pù che Tavares, in Stellantis il problema è la proprietà, che di italiano ormai ha ben poco e ha preso soldi in Italia per decenni per aprire fabbriche all'estero”. Di altro tenore le considerazioni del Ministro rso, che dal colloquio con Elkann ha tratto ”le condizioni per essere fiduciosi di poter condividere un piano Italia che vede il nostro Paese al centro dello sviluppo dell'auto europea. Ora anche Stellantis condivide la necessità di rivedere il percorso di decarbonizzazione”, rimarca il ministro delle Imprese e del Made in Italy.
Il ripristino del fondo per l’automotive viene sollecitato dalla segretaria generale aggiunta della Cisl Fumarola, che sottolinea ”Si tratta di un settore strategico per il Paese, ci sono tanti lavoratori che sono già in ammortizzatore sociale e noi non possiamo permettere che perdano una tutela fondamentale”. Tra le altre modifiche che la Cisl chiede, l’aumento delle pensioni minime, la stabilizzazione dei fondi per la non autosufficienza, lo stop ai tagli nella scuola e nella pubblica amministrazione. Resta il fatto, ribadisce Fumarola, che ”questa non è una manovra da sciopero generale, perché rispetto alle nostre richieste, che abbiamo messo nero su bianco già da luglio, abbiamo riscontrato elementi positivi: dal taglio del cuneo fiscale che si allarga fino ai 40 mila euro, all'accorpamento delle prime due aliquote dell'Irpef agli interventi sulla famiglia, alla indicizzazione delle pensioni”.
Intanto l'Ocse taglia la stima sul pil italiano per il 2024 e 2025 a poco più di due mesi di distanza: secondo il nuovo Outlook la crescita segnerà +0,5% nel 2024 (contro il +0,8% previsto il 25 settembre), per poi aumentare ”modestamente” allo 0,9% nel 2025 (dal +1,1% precedente). Nel 2026 invece il pil salirà dell'1,2% nel 2026. L'attività economica ”resta debole e la crescita nel breve termine si rialzerà solo gradualmente”.
Tuttavia ”un'impennata più forte del previsto degli investimenti pubblici legati al Pnrr potrebbe sostenere la performance economica”. Inoltre la forte disinflazione registrata negli ultimi trimestri, unita a solidi aumenti salariali, dovrebbe sostenere la spesa dei consumatori. Il deficit pubblico è destinato a ridursi nell'ambito del piano fiscale a medio termine del Governo, scendendo al di sotto del 3% entro il 2026. Tuttavia, il rapporto debito pubblico/pil continuerà ad aumentare rispetto ai livelli già elevati. Aggiunge l’Ocse: ”il risanamento di bilancio previsto dall'Italia ”rappresenta un equilibrio tra la prudenza fiscale e il mantenimento dello slancio della crescita”.
La disoccupazione calerà dal 6,5% del 2024 al 6% nel 2025 e poi ancora al 5,8% nel 2026. I salari contrattati collettivamente sono cresciuti di circa il 4%, sostenendo i redditi delle famiglie e i consumi privati.
Le riforme strutturali saranno essenziali per affrontare le carenze di lavoratori in un contesto di rapido invecchiamento della popolazione, intervenendo anche in aree chiave come i servizi pubblici di assistenza all'infanzia e il miglioramento dell'istruzione terziaria tecnica per portare più donne e giovani nel mercato del lavoro.
Il pil mondiale crescerà del 3,2% nel 2024 e poi salirà a +3,3% nel 2025 e nel 2026 ma ”restano significativi rischi di ribassi” legati alle guerre e ai dazi all'importazioni. L’Ocse conferma la previsione della precedente pubblicazione del 25 settembre per quest'anno e rialza di 0,1 punti percentuali quella per il prossimo anno. L'inflazione nell'area Ocse segnerà +5,4% nel 2024 per poi scendere al 3,8% nel 2025 e ancora giù al 3% nel 2026. Il calo dell'inflazione sta dando una spinta alla crescita del reddito reale delle famiglie e alla spesa, anche se la fiducia dei consumatori non è ancora tornata ai livelli pre-pandemici in molti Paesi. Il mercato del lavoro continua ad allentarsi, anche se la disoccupazione rimane generalmente ai minimi storici o quasi”.
Giampiero Guadagni

( 4 dicembre 2024 )

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