Quello che ci propone Gianmarco Sicuro con il suo ultimo romanzo dal titolo “ Grano” edito da Gemma Edizioni è la storia di “ un viaggio in una guerra compiuto al contrario” di cui l’autore stesso è il narratore protagonista. Un racconto a metà strada tra un diario e una cronaca dal fronte pienamente coerente con quella che è la professione di fotoreporter di guerra del giornalista italiano, corrispondente della Rai all’estero che, proprio quando scoppiava la guerra in Ucraina nel febbraio del 2022, partiva per la Russia.
Il romanzo, diviso in due parti di cui una prima ambientata nella fredda Russia e una seconda nel Donbass, permette al lettore di entrare a contatto con molte storie di ordinaria quotidianità che, senza nulla togliere ai racconti estremi che giungono a noi, riescono a dare l’immagine reale di come si vive in tempo di guerra. Gianmarco Sicuro si dimostra ancora una volta, come già era accaduto con la scrittura del suo precedente romanzo “ L’anno dell’Alpaca” ambientato durante gli anni del Covid- 19, un giornalista alla ricerca della verità, poiché come lui stesso dichiara tra le righe, citando il drammaturgo greco Eschilo, “ La prima vittima della guerra è la verità”. Mosso dal desiderio di raccontare al mondo ciò che accade tra le strade, alla gente comune, il giornalista, con un linguaggio incalzante e con grande sensibilità, senza il bisogno di andare alla ricerca di scoop sensazionali, si affida alla voce di testimoni diretti a partire dalle dichiarazioni dei dissidenti russi, riportate nella prima parte del suo racconto, fino alla fine, dove a parlare sono le vittime che egli descrive nella “ terra di mezzo”. Il suo romanzo si rivela pagina dopo pagina un intreccio di incontri, in cui le persone diventano le vere protagoniste a iniziare dai “ producers”, il cui ruolo di guida ed interpreti si rivela fondamentale per la sopravvivenza e gli spostamenti di un giornalista in un paese straniero.
Mentre di loro di solito si sente parlare solo quando rimangono vittime di attentati o di eventi violenti, nel romanzo essi iniziano ad avere un volto e un nome, dalla giovane e bella Ludmilla, ad Anna o Igor.
Nelle sue storie di viaggio si inseriscono tanti aneddoti divertenti legati al cibo, sia esso russo come ucraino, alle tradizioni e persino alle abitudini degli animali, dai gatti così tanto mansueti agli animali abbandonati, uniche forme di vita sopravvissute nei villaggi bombardati.
Tra una pagina e l’altra tante testimonianze di abusi e violenze, come di coraggio e di umanità, tutto riportato senza bisogno di giudizio o condanna o con l’intenzione di farne un’analisi geopolitica, ma solo con lo scopo di raccontare al mondo le atrocità di una guerra che ancora una volta l’uomo combatte trasformando la vita di migliaia di innocenti in una vera e propria carneficina alla fine della quale non ci saranno né vinti né vincitori ma solo vittime innocenti che non potranno più parlare.
Una testimonianza dunque più che un romanzo che vuole raccontare in modo vero ciò che avviene non lontano dal nostro mondo.
Gianmarco Sicuro, Grano, Gemma Edizioni, pp. 342, euro 18,00.
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