A partire dal 7 e fino al 30 ottobre 2022 numerose opere di Alberto Rosselli, uno tra i fondatori nonché primo presidente (1956-57) dell’ADI e ideatore con Marco Zanusso del premio Compasso d’Oro, architetto e designer milanese, animeranno alcune sale della sede dell’ADI Design di Milano, offrendo ai visitatore uno spaccato della storia dell’arredamento simbolo del made in Italy nel mondo. Ricordato soprattutto per le sue iconiche poltrone Jumbo, originariamente in vetro resina (oggi riprodotte in fibra basalto, materiale ecologico e riciclabile), che vedono per la prima volta l’ingresso negli “ambienti d’arredo”, e non solo, dell’uso di materiali alternativi, come plastiche e materiali compositi, ancora oggi assolutamente attuali, Alberto Rosselli mise la sua geniale creatività a disposizione dell’azienda Saporiti (creata nel 1948 da Sergio Saporiti a Besnate, un piccolo paese del varesotto) con cui instaurò un lungo sodalizio, quale art director dal 1966 al 1976.
Azienda che oggi ha collaborato alla realizzazione della mostra dal titolo “100+ 1. Alberto Rosselli per Saporiti Italia”, insieme alla curatrice Federica Sala e a Marti Guixè che si è occupato degli allestimenti.
Cento (100), come sono le riproduzioni esposte in mostra della Jumbo, commissionate a dieci importanti studi internazionali di design, rivisitate attraverso l’uso del colore ed esposte in una grande libreria in vetro posta al centro dell’esposizione + una (1) chaise lounge, la “Moby Dick” originale bianca del 1968, a sua volta opera iconica dell’artista usata anche su diversi set cinematografici negli anni settanta. 101 come sono anche gli anni dalla nascita dell’artista avvenuta nel 1921 a Palermo.
Trasferitosi a Milano, Alberto Rosselli, dopo aver intrapreso nel 1940 gli studi di ingegneria presso il Politecnico si vede costretto ad interromperli a causa della Seconda Guerra Mondiale quando, arruolato nell’esercito cade prigioniero e trascorre due anni internato in Svizzera dove incontra Ernesto Nathan Rogers che lo avvicina agli studi di architettura, ripresi, dopo la fine del conflitto mondiale, conseguendo la laurea nel 1947 in Architettura presso il medesimo Politecnico milanese. Tra il 1949 e il 1954, cura la rubrica “Disegno per l’Industria” su “Domus” stringendo amicizia anche con Gio Ponti, con cui in seguito collabora a celebri progetti come il grattacielo Pirelli a Milano o i segretariati del nuovo governo del Pakistan ad Islamabad.
Pubblica su numerose riviste d’arte e di design, partecipa a conferenze in tutto il mondo e assume nel 1963 la libera docenza presso il Policlinico di Milano, dove tiene il corso di Progettazione artistica per l’industria portando la materia del design tra le discipline universitarie.
Collaborerà come designer con numerose aziende lombarde da Cassina a Arflex, Fiat, Facomet, ICS, Cesame, Rima, Kartell Montecatini e ovviamente Saporiti.
All’ingresso della mostra, che si focalizza intorno al concetto di modernità proposto da Rosselli, un divano modulare “Dune” lungo 15 metri su cui i visitatori possono anche sedersi per vedere le proiezioni su ledwall dei lavori e degli studi più significativi dell’artista. A completare la mostra una serie di altri oggetti iconici come le poltrone “Play” e “P110”, molti documenti di archivio raccolti nelle bacheche e la riproduzione del modulo abitativo della Casa Mobile presentata al Moma di New York nel 1972.
Un’asta pubblica proposta da Cambi Case d’Aste contemporaneamente alla mostra metterà in vendita i prodotti in esposizione per finanziare la attività del Centro Studi e Ricerche Sergio Saporiti nel mondo della cultura, del design, dell’arte, della creatività.