La Strada dei Feudi, che va da Palermo a Sciacca, è un tuffo nel cuore più antico della Sicilia, col panorama quasi spopolato dell’ex latifondo siciliano tra vallate solitarie e distese di granai battuti dal sole e dallo scirocco africano. Di questo luogo emblematico, metafora e natura intima dell’isola, ci narrano le foto di Mariangela Caturano esposte alla Fondazione Marco Besso in Largo di Torre Argentina, a Roma fino al 20 Marzo prossimo.
Le immagini di viaggio in movimento raggiungono lo stadio di persuasiva figuratività filtrate dal poetico sguardo dell’autrice. Ne risulta una nota di diario , una sorta di racconto visivo in misura epistolare che raccoglie ed esalta i colori delle diverse stagioni lungo un tragitto vivificato dall’amore per il dettaglio: il pulviscolo dissolvente l’aria salmastra dello scirocco, l’amalgama delle brulle distese collinari assetate d’acqua, gli sparsi casolari delle antiche masserie, il cretto delle terre disseccate, il tenue verde d’imminente primavera, le luci del primo albeggiare. In questa armoniosa composizione visiva si consuma l’estro di Mariangela Caturano che incontra il suo tratto espressivo con efficace paragone tra il suo sguardo “miope” (sfocato) e la sfocatura indefinita della luce d’Africa che in Sicilia, e massimamente nella Strada dei Feudi, informa di sé la vita circostante. Ed è proprio questa penetrante e luminosa “miopia” che vivifica le immagini scattate ed elaborate da Mariangela Caturano quando riconferma, con tratto di originale eleganza, l’inconfondibile impronta visiva della Sicilia, chiamandola “centro del mondo, senza gravità”.