Lucio Fontana, quello che infrangendo la tela con buchi e tagli, scandalizza il pubblico e supera la linea di confine tra pittura e scultura, facendo entrare la superficie stessa della tela in contatto con lo spazio e la luce.
Alberto Giacometti, quello che con la sua arte si avvicina all’esistenzialismo, attraverso i riferimenti all'inaccessibilità degli oggetti e alle distanze tra gli uomini.
Che cosa hanno in comune? Forse il Novecento, il loro spazio di vita, quasi coetanei per anno di nascita ( 1899 Fontana, 1901 Giacometti) e di morte ( 1968 Fontana, 1966 Giacometti).
Dal 2 marzo per la prima volta saranno esposte contemporaneamente a Firenze le opere di Alberto Giacometti e Lucio Fontana in due mostre intitolate La ricerca dell’assoluto ( al Museo di Palazzo Vecchio, fino al 4 giugno) e Lucio Fontana. L’origine du monde ( al Museo Novecento fino al 13 settembre).
Le esposizioni ideate da Sergio Risaliti e da lui curate insieme a Chiara Gatti, rappresentano un incontro ideale tra due grandi artisti del Novecento, un confronto tra opere in arrivo dall’Italia e dall’estero. Due gli artisti, doppia la mostra, doppi i musei: un progetto museale che racconta la ricerca artistica in un viaggio in cui forse le analogie sono più delle differenze.
E come due rette parallele, queste due menti non si incontrano mai ma non sembrano perdersi mai di vista.
La mostra Giacometti – Fontana. La ricerca dell’assoluto , nella Sala delle Udienze e nella Sala dei Gigli del Museo di Palazzo Vecchio, mette in relazione due artisti distanti, ma legati dall'esperienza della materia e dall’immaginazione, da inattese narrazioni, affinità di pensiero e riferimenti condivisi.
Il Museo Novecento dedica due piani delle ex Leopoldine alle sculture e ai disegni di Lucio Fontana. La mostra Lucio Fontana. L’origine du monde, vuole raccontare lati inediti dell’opera dell’autore italo- argentino, vero innovatore del Novecento, tra cui la relazione originaria tra creazione artistica, procreazione e nascita della vita nell’universo, e il rapporto tra mondo finito e infinito.
La mostra si avvale del supporto di un nucleo di opere della Fondazione Lucio Fontana. A distanza di oltre mezzo secolo dalla scomparsa di questi artisti, le loro opere parlano ancora. E hanno tanto da dire.