Martedì 17 dicembre 2024, ore 5:04

Agricoltura

Allevatori: salari più alti per i lavoratori delle stalle italiane

Più salario in vista per i lavoratori delle stalle italiane. È stato siglato infatti tra Fai-Cisl, Flai-Cgil, Uila-Uil, Confederdia e AIA, Associazione Italiana Allevatori, il rinnovo del biennio economico 2025-2026, così come previsto dal contratto di settore, il contratto per i dipendenti dalle organizzazioni degli allevatori, consorzi ed enti zootecnici, rinnovato il 14 novembre dell’anno scorso dopo dieci anni di vacanza contrattuale.
L’accordo prevede per gli anni 2025-2026 un aumento del 5,8%, che si somma al 5,5% già ottenuto nel biennio 2023-2024. Il nuovo incremento sarà suddiviso in 3 tranche: 5% da gennaio 2025, 0,5% da luglio 2025 e 0,3% da settembre 2026.
Soddisfazione per il risultato raggiunto è stata espressa dai sindacati, che hanno sottolineato che “il rinnovo avviene in anticipo rispetto alla naturale scadenza contrattuale ed è frutto di una importante negoziazione e dello sforzo congiunto dei lavoratori e della delegazione trattante”.
Per Fai, Flai, Uila e Confederdia, “il rinnovo complessivo pari all’11,3% nel quadriennio consolida il potere di acquisto delle lavoratrici e dei lavoratori e contribuirà al rilancio di tutto il sistema allevatoriale italiano e del suo ruolo essenziale nel made in Italy agroalimentare”.
Sistema che sta attraversando diverse trasformazioni. In passato era sostenuto da finanziamenti erogati direttamente dal Ministero dell’agricoltura, poi le risorse pubbliche sono passate dai 90 milioni di euro del 2009 ai 22,5 milioni di euro dell’anno scorso, inoltre è in corso la regionalizzazione delle strutture che erogano i servizi. Il numero di lavoratori e lavoratrici si attesta sui 1500, tutti addetti che svolgono un ruolo sempre più qualificato e complesso di controllo e assistenza tecnica nel comparto zootecnico. Tant’è che le organizzazioni sindacali hanno ribadito anche la volontà di proseguire il proprio impegno affinché venga riconosciuto come usurante il lavoro dei dipendenti del settore.
Rilevanti sono anche le sfide del benessere animale e della sostenibilità, dato che da solo il comparto è considerato responsabile dei 2/3 delle emissioni climalteranti del settore agricolo, secondo l’Ispra. Altro obiettivo importante per i sindacati è il ricambio generazionale, che invece è abbastanza dinamico a livello imprenditoriale. Secondo Coldiretti, al 2023 sono quasi 20mila i giovani under 40 che lavorano a contatto con gli animali, tra stalle e greggi. Con 55 miliardi di valore, secondo l’associazione, la zootecnia italiana vanta un patrimonio di oltre 6 milioni di bovini e bufale, oltre 8 milioni di pecore e capre, più di 8,5 milioni di maiali, altrettanti conigli e oltre 144 milioni di polli nell’ambito di una straordinaria biodiversità delle stalle nostrane con 64 razze bovine, 38 di capre e 50 di pecore, oltre a 19 di cavalli, 10 di maiali, altrettante di polli e 7 di asini.
Rossano Colagrossi

( 13 dicembre 2024 )

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