Venerdì 4 ottobre 2024, ore 15:29

Intervista

“Ddl Sicurezza, visione sbagliata: servono assunzioni e rinnovo contratti”

Onorevole Manzi, sono oltre 500 mila le firme per il referendum sulla cittadinanza. Pensa si possa arrivare ad un ampio consenso politico per una riforma?

La politica ha il dovere di dare una risposta sul tema della cittadinanza. Abbiamo firmato con grande convinzione il Referendum per cambiare la legge promosso da tante associazioni che chiedono di riportare da 10 a 5 anni di soggiorno legale in Italia il requisito per ottenere la cittadinanza, in linea con tanti paesi europei. Per noi chi nasce o cresce in Italia ha diritto alla cittadinanza. Ci batteremo in Parlamento con la nostra proposta che riconosce la cittadinanza a chi nasce da un genitore che risiede in Italia da almeno un anno, e a chi completa un ciclo di studi in Italia. Vedremo alla prova dei fatti chi vuole garantire gli stessi diritti a tutti e chi ha usato questa battaglia in modo strumentale. Lavoreremo per approvare una riforma condivisa, in alternativa, ci impegneremo per far sì che il referendum abbia successo.

Cosa pensa riguardo al disegno di legge del Governo sulla sicurezza?

Mi pare del tutto evidente che nel disegno di legge approvato alla camera non ci sia nulla sulla sicurezza, solo un aumento delle pene, delle aggravanti, tanta propaganda e norme pericolose. Ci sono misure liberticide per reprimere il dissenso, come quelle sui blocchi stradali e sulla resistenza passiva non violenta; inumani, come quello sul carcere per le donne con bambini; e anche contro l'economia nazionale, come quello contro la canapa industriale che penalizza un importante e innovativo settore del Made in Italy. Bocciati tutti i nostri emendamenti per nuove assunzioni, rinnovo contratto e pagamento straordinari arretrati. Si alzano le pene e si inventano nuovi reati, prendendo di mira gli immigrati, carcerati, dissidenti e giovani. Assurdo prevedere fino a un massimo di 6 anni per chi partecipa a un rave o fino a 7 per chi occupa abusivamente un immobile, mentre per chi spara in un luogo pubblico è prevista solo un’ammenda di 103 euro.

Il Pd ha sempre difeso la sanità pubblica, ma migliaia di lavoratori della sanità privata e delle RSA sono scesi in piazza per chiedere il rinnovo del contratto scaduto nel 2018...

Premessa dovuta: noi difendiamo un modello di sanità pubblica, in cui siano le istituzioni pubbliche a dettare le regole e a garantire l’equità e l'uguaglianza tra i cittadini. Riteniamo imprescindibile un investimento maggiore in sanità che ci allinei almeno alla media europea. Questa battaglia riguarda anche il settore privato accreditato che svolge una funzione insostituibile nel nostro SSN. Non accettiamo che i lavoratori di questo comparto siano sfruttati e sottopagati. Siamo al fianco delle centinaia di migliaia di persone che lavorano nella sanità privata, che attendono da anni il rinnovo del contratto, e delle RSA, che chiedono un vero ccnl che sostituisca il contratto pirata per vedersi adeguati i salari, e migliorate le condizioni di lavoro. Parliamo di professionisti sanitari che lavorano con le stesse funzioni e gli stessi turni di quelli che operano negli ospedali pubblici, eppure hanno un contratto diverso e stipendi assai più bassi. Avanti così, assisteremo alla inevitabile fuga di lavoratori esausti e sempre più demotivati. In questo quadro, il problema degli stipendi è centrale. Mi auguro, si possa trovare presto una soluzione per i tanti professionisti del settore privato i quali quotidianamente, garantiscono il diritto costituzionale alla salute.

La riforma del voto in condotta mira a responsabilizzare studenti e rafforzare il ruolo dei docenti. Condivide la visione del Ministro Valditara?

Non la condivido. Si vuole far credere si stia promuovendo un’idea di scuola che recupera autorevolezza ma non è così. Se l’obiettivo è quello di lavorare sul rispetto e la disciplina, cioè su uno scopo di natura educativa è chiaro che sono norme che non servono a nulla. Il ministro confonde autorità ed autorevolezza. C’è bisogno di autorevolezza nella scuola, di figure adulte, capaci di avere rispetto da parte degli studenti e di essere di esempio per i ragazzi. Quella del Governo, è solo un’operazione politica a costo zero per guadagnare qualche consenso. Il compito della scuola è educare o punire? È facile parlare all’opinio ne pubblica di rafforzare l'autorità dei docenti e di mantenere l'ordine e la disciplina a scuola senza investire su processi educativi che favoriscano la crescita complessiva degli studenti. La controriforma della valutazione alla primaria, si inserisce in questo percorso regressivo che mira a scardinare i progressi compiuti negli ultimi anni in nome di un ritorno a un mitico passato in nome di una presunta facilità e semplicità nella comprensione. Studi dimostrano, come la valutazione descrittiva risulti più efficace nel promuovere l’apprendimento dei bambini, mentre quella espressa solo con voto e/o giudizio sintetico non funziona nel dare indicazioni chiare ai ragazzi su come indirizzare il percorso di apprendimento quando non si riesce a conseguire gli obiettivi.

Il rinnovo del contratto della scuola prevede un aumento di 160 euro lorde, inferiore agli standard europei secondo il rapporto Ocse. Come colmare questo divario e affrontare la disparità di genere negli stipendi?

I docenti italiani di scuola media con 15 anni di servizio percepiscono il 13,1% in meno rispetto ai francesi, il 29% in meno rispetto agli spagnoli, con tedeschi e olandesi che guadagnano più del doppio dei nostri insegnanti. Il Ministro sostiene che i dati Ocse sono superati perché relativi al 2022 e che da allora, “grazie al contratto firmato nel 2023 che ha comportato un aumento del 4,5%, al nuovo contratto da firmare entro l’anno che porterà un ulteriore 5,78% e al taglio del cuneo fiscale l’aumento medio degli ultimi due anni sarebbe del 17%”. Scorretto, comparare tra loro dati non omogenei, le retribuzioni del 2022 dei docenti degli altri Paesi come quelle italiane del 2024, anche perché in questi ultimi due anni anche le retribuzioni negli altri paesi europei potrebbero essere cresciute. Scorretto considerare tra gli aumenti il taglio del cuneo fiscale, misura fiscale transitoria e non strutturale che non riguarda solo i docenti. Purtroppo, l'aumento stipendiale relativo al triennio contrattuale 2022-2024 non copre il tasso d’inflazione dello stesso periodo che è pari a circa il 18%. Nella prossima legge di bilancio non ci saranno stanziamenti aggiuntivi per rinnovo contratto, e sul potere d’acqui sto delle retribuzioni. Questione finanziamenti pubblici un tema serissimo che riguarda il futuro del Paese. L'Italia spende il 4% del Pil nella scuola, mentre la media Ocse è del 4,9%. In questo quadro, rientra la differenza di genere nelle retribuzioni. Le disparità tra uomo e donna nel mercato del lavoro ha un forte impatto sulle performance economiche di un paese. Guardiamo a questi dati per dare vita a un grande e condiviso cambiamento culturale.

Giovanni Ianni

( 3 ottobre 2024 )

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