A distanza di poco più di cinquant’anni dalla sua morte il Comune di Milano e Palazzo Reale omaggiano il genio di Pablo Picasso, con una mostra in cui per la prima volta in Italia si indaga il rapporto tra l’artista e la Francia, terra da lui eletta come patria adottiva, ma da cui si vede negare il diritto alla cittadinanza, facendolo sentire un intruso e un indesiderato, anche quando il resto del mondo lo osanna. Una mostra “sperimentale”, “di ricerca”, nata dagli studi condotti da Annie Cohen-Solal, distinguished professor all’Università Bocconi di Milano, saggista e curatrice di mostre, che vanta la curatela di ben due mostre sul medesimo tema e la pubblicazione del volume “Picasso. Una vita da straniero” (tradotto in 5 lingue e da poco uscito anche in italiana con la casa editrice Marsilio editore), in cui riporta gli esiti dei suoi approfondimenti attraverso un’avvincente biografia del grande maestro spagnolo. L’allestimento “Picasso. Lo straniero” si presenta non solo come una carrellata di 94 opere d’arte, tra dipinti, disegni, sculture, ceramiche, di cui alcune raramente esposte al pubblico, ma come un libro aperto sull’esperienza umana e politica di Picasso in rapporto alla sua condizione di emigrato e dunque di straniero in una terra che fin dal suo arrivo si dimostra verso di lui “diffidente e nemica”