Prima Whirlpool, poi ex Ilva, in attesa di rispondere alla lettera spedita dai lavoratori della ex Embraco di Torino. Il ministro dello Sviluppo economico Giorgetti ha cominciato subito ad affrontare le principali vertenze industriali, presentandosi ”su mandato di Draghi”, perché , afferma, ”il cuore di questo governo sarà garantire i lavoratori”.
Ai sindacati Giorgetti promette ”serietà, impegno e responsabilità” per affrontare le numerose crisi aperte da tempo e ancora lontane dalla soluzione.
Le situazioni sono davvero difficili.
Venerdì il Consiglio di Stato ha respinto la richiesta di sospensiva presentata da ArcelorMittal contro la sentenza del Tar Puglia che impone la chiusura dell'area a caldo dello stabilimento di Taranto entro 60 giorni.
La decisione perché ”non risulta e non è stata comprovata la circostanza che, in assenza di immediate misure cautelari, per l’appellante si produrrebbe uno specifico pregiudizio irreparabile, prima della data dell’11 marzo” quando cioè si riunirà l’organo collegiale. Commenta il segretario generale della Fim Cisl Benaglia: ”Regna una grande incertezza, in questo Paese se vogliamo attrarre investimenti dobbiamo creare le condizioni per poterli rendere gestibili. Non possiamo pensare di spegnere un’area a caldo che potrebbe togliere il futuro a 25 mila famiglie, considerando i lavoratori diretti e indiretti degli stabilimenti di Taranto, Genova e Novi Ligure.
Al governo i sindacati hanno chiesto di confermare i progetti e chiarire su cosa investire. Di ” incontro costruttivo” parla la leader Cisl Furlan che fa sapere: ”Il governo ci ha detto che ritiene strategica la produzione dell’acciaio nel nostro Paese. E ha confermato l’accordo di dicembre scorso del precedente eseutivo e quindi l'ingresso di Invitalia e gli investimenti”.
Sul fronte Whirlpool, l’azienda ha annunciato che l’1 aprile, con la scadenza del blocco dei licenziamenti, chiuderà i contratti con i 350 dipendenti dell’impianto di Napoli che fabbrica componenti per lavatrici.
E qui c’è appunto il nodo al momento irrisolto della proroga del blocco dei licenziamenti. Giorgetti è favorevole e pronto anche a mettere in campo politiche economiche di rilancio insieme con il ridisegno di un piano di ammortizzatori sociali. In questa direzione, il neo ministro assicura di voler fare squadra con il ministro del Lavoro Orlando, partendo già la prossima settimana", tra studio del dossier e "interlocuzione anche con l'azienda”.
Un atteggiamento pragmatico, accolto positivamente dai sindacati. Afferma ad esempio Roberto Benaglia, segretario generale Fim-Cisl: ”Non permetteremo che quest'anno diventi un 2020 bis”. Nel frattempo Fim Fiom e Uilm hanno illustrato all’assemblea nazioanale dei delegati i contenuti dell’accordo sul contratto, che sarà sottoposto a referendum dei lavoratori dal 13 al 15 aprile.
Da parte sua Draghi ha partecipato alla inaugurazione dell’anno giudiziario della Corte dei Conti, sua prima uscita pubblica da premier dopo l’ampio voto di fiducia delle due Camere, che sta però segnando in queste ore la spaccatura del Movimento 5 Stelle.
Dal presidente dei magistrati contabili Carlino è arrivato un altolà sull’utilizzo dei fondi in arrivo del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza che deve essere ”corretto e attento” per sostenere la ripresa senza che ”un euro sia sprecato o finisca nella tasche dei criminali”. D’accordo naturalmente il premier che ha auspicato un controllo che ”deve essere efficiente e intransigente”. Per Draghi l’azione”cruciale" della Corte nel validare le scelte che si faranno sul Recovery ”diviene quindi parte del processo con cui noi parteciperemo al processo di costruzione di un’Europa più responsabile ma anche più solidale”.In generale però, ha avvertito il premier, "con la stessa fermezza considero fondamentale che tale controllo sia rapido perché le decisioni della Corte, quando intervengono lontane dagli atti sottoposti a controllo, pur se intransigenti, inevitabilmente perdono molta della loro efficacia”. Essenziale, quindi, abbreviare i tempi delle decisioni amministrative e dei controlli su di esse ed evitare quel fenomeno "paralizzante" che Draghi ha definito la ”fuga dalla firma”. Draghi ha ricordato le norme ”complesse, incomplete e contraddittorie” che hanno appesantito il quadro legislativo assicurando che il governo punta ad un ”un rafforzamento della qualità dell’azione amministrativa, a partire dalle competenze delle persone. È un diritto innegabile dei cittadini e le imprese di ricevere servizi puntuali, efficienti e di qualità. È un dovere delle Pubbliche Amministrazioni attrezzarsi perché ciò avvenga”.
Giampiero Guadagni