Riparte la mobilitazione dei sindacati e dei lavoratori della Sider Alloys che chiedono l’intervento del governo. Da sciogliere è il nodo relativo al riavvio dello stabilimento che sino alla fermata degli impianti del 2012 produceva una media di 150 tonnellate di alluminio primario. Al momento funziona la fonderia dove resta da completare la ristrutturazione della sala elettrolisi. “Ad oggi non sappiamo nulla - tuona Giuseppe Masala segretario della Fsm-Cisl - c’è un accordo di programma che la proprietà non ha mai rispettato e allo stato attuale non è stata in grado di produrre nemmeno un piano industriale, né tanto meno una prospettiva di ripresa che permetta lo svolgimento del revamping dello stabilimento. Per questo motivo è necessario che il governo prenda una posizione forte che faccia completare il revamping e rimettere in marcia gli impianti, anche perché, e bene ricordarlo, partecipa all’impresa attraverso Invitalia con il 20%”.
Non solo, secondo il sindacalista dei metalmeccanici “va ricordato che il 5% dell’azienda e in mano ai lavoratori”.
Dopo sette anni dall’acquisizione dall’Alcoa il revamping sembra ancora al palo di fronte a poche prospettive per il futuro e all’interessamento di una multinazionale che potrebbe rilevare lo stabilimento del Sulcis Iglesiente. Stamane davanti ai cancelli l’assemblea dei lavoratori e l’informativa di Cgil, Cisl e Uil alla presenza dei sindaci del territorio, di alcuni consiglieri regionali e dell’assessore regionale dell’Industria Emanuele Cani. “È urgente un incontro al Mimit perchè non vorremmo ci fosse l’idea di smantellare lo stabilimento, proibendo un futuro alla produzione di alluminio primario in Sardegna e in Italia - osserva Roberto Forresu della Fiom -. Abbiamo chiesto 8 mesi fa di entrare a visitare la fabbrica e adesso comprendiamo bene perché non ci hanno dato risposta. Quindi c’è la necessità che il Mimit intervenga, visto che il 20% è di Invitalia”. “Questa iniziativa è conseguente al prolungamento delle ferie natalizie comunicata dall’azienda - osserva Giuseppe Masala segretario della Fsm-Cisl - dopo 7 anni la Sider Alloys non è stata in grado di portare avanti questo progetto di rilancio e ora urge un tavolo nazionale per dare una svolta alla vertenza”. Secondo Renato Tocco della Uilm “la situazione è al collasso. Anche i lavoratori chiedono risposte e dobbiamo trovare chi vuole produrre alluminio primario. Sono passati 7 anni, il rilancio non è avvenuto e il governo deve tirare le somme, per rispetto ai lavoratori e per il fatto che l’alluminio è considerato strategico. Ricordiamo che Invitalia ha il 20% e non può stare solo alla finestra da spettatore”.
Intanto è stata prorogata di una settimana la sospensione natalizia delle attività “per questioni tecnico-organizzative”e i lavoratori che dovevano rientrare ieri rientreranno il 13 gennaio. Inoltre, il pagamento delle tredicesime che non sono state liquidate a dicembre e il probabile pagamento degli stipendi entro il 31 gennaio crea una situazione ancor più allarmante in prospettiva futura. “La situazione si è ulteriormente aggravata dovuta ai debiti esponenziali della Sider Alloys verso le aziende terze come mensa e servizi che quindi a loro volta a dicembre non hanno pagato gli stipendi - osserva Masala -. Una situazione di incertezza e precarietà che non garantisce prospettive a chi e rientrato in fabbrica e a coloro che sono in mobilità in deroga da anni a 480 euro e attendono il rientro nello stabilimento”.
Sara Martano