La vertenza scuola resta apertissima e complessa. Mentre prosegue il confronto tra sindacati e Miur, appare infatti sempre più evidente che i nodi da sciogliere sono difficili. C’è la questione dei precari, rispetto alla quale permangono divisioni nella maggioranza che rendono la soluzione più difficoltosa. C’è il tema della retribuzioni del personale, rispetto al quale Fioramonti ha fatto grandi aperture. Tutte da verificare. Il livello bassissimo degli stipendi, invece, non ha bisogno di verifiche. Così come il problema dell’insufficienza degli organici. Gli insegnanti italiani, conferma un rapporto della Commissione europea pubblicato ieri, sono i più vecchi d'Europa, molti “prossimi alla pensione”. Le docenti donne sono “relegate ai gradi d'istruzione inferiori”, gli investimenti sono “nettamente inferiori” alla media. Nel 2017, il 58% dei docenti della scuola primaria e secondaria aveva più di 50 anni (contro il 37% nell'Ue) e il 17% supera i 60 anni (9% nell'Ue). Nei prossimi 15 anni una media di 3,8% docenti all’anno potrebbe ritirarsi. Il tutto mentre siamo in attesa dei concorsi e della soluzione alla questione del precariato, che ha assunto dimensioni abnormi.
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