Dopo 63 giorni di presidio permanente, in un momento molto delicato della vertenza in corso con la multinazionale Philips, "una cosa è certa, la Fiom e la Fim non lasceranno soli i lavoratori Saeco e si aspettano che tutti i soggetti che finora hanno manifestato la stessa intenzione facciano altrettanto". È quanto scrivono, in una nota congiunta, i due sindacati che fanno il punto sulla situazione dell’azienda di Gaggio Montano controllata dalla multinazionale olandese e secondo cui per offrire una ulteriore dimostrazione di disponibilità, decisioni il tal senso "potranno esserci esclusivamente a fronte di una disponibilità di Philips ad aprire un confronto senza pregiudiziali". Un confronto basato, tra le altre cose, su "un piano industriale di tenuta e rilancio, supportato da investimenti di Philips su nuove piattaforme" oltre che, si legge in un passaggio della nota, sulla "richiesta di utilizzo del contratto di solidarietà per tutto il tempo necessario a gestire il piano industriale e la riduzione consistente del numero delle eccedenze dichiarate a seguito di modifica dello stesso", oltre alla gestione delle eccedenze attraverso uscite incentivate con esclusivo criterio della volontarietà, nell’arco della durata degli ammortizzatori concordati. Punti, aggiungono Fiom e Fim, su cui abbiamo fornito al Ministero "indicazioni rispetto alla sostenibilità economica" e a cui la Philips risponde con una "unica soluzione fin dal 26 Novembre 2015: un piano industriale che si basa solo sul taglio annunciato di 243 lavoratori su 558; indisponibilità ad utilizzare per la durata massima gli ammortizzatori disponibili; licenziamenti forzati entro il 2016, con pretesa di chiudere l’intesa entro gennaio 2016".