Sabato 28 settembre 2024, ore 19:04

Vertenze

Oggi lo sciopero dei metalmeccanici a Caserta

Oggi in piazza lo sciopero dei metalmeccanici a Caserta con le tante vertenze in corso prima tra tutte Jabil. Il faccia a faccia al Ministero delle Imprese e del Made in Italy per convincere i vertici della multinazionale americana a non abbandonare Marcianise e l’Italia così come annunciato il 30 aprile scorso ha portato a un nulla di fatto se non quello dell’attesa per una risposta dall’azienda in queste ore alle organizzazioni sindacali. Se continuare a discutere sul futuro di Jabil con un progetto concreto per rimanere sul territorio o aprire con la 234 la cessione d’azienda. Insomma una vertenza quella di Jabil che si sta trascinando da qualche anno con la fuoriuscita di quasi 300 lavoratori, riassunti poi in altre aziende Softlab ed Orefice tramite piani di reindustrializzazione che non sono mai decollati. Cassa integrazione a rotazione con il contratto di solidarietà scaduto a fine maggio, invece, per i 420 lavoratori rimasti nella multinazionale accettato per evitare il licenziamento. Un ammortizzatore sociale per il quale l’azienda ha proposto la proroga che è stata bocciata dai dipendenti e dai sindacati, anche per lanciare l’ennesimo appello alla Jabil affinché resti sul territorio.

Un territorio quello di Caserta dove la crisi si è fatta sentire più che in altri luoghi. Non pochi sono stati gli appelli lanciati in questi anni dai sindacati alle istituzioni contro il depauperamento industriale e umano. Basti pensare che nel primo semestre del 2024 settemila lavoratori metalmeccanici campani sono stati coinvolti a vario titolo in crisi legate al settore. Un quadro drammatico secondo la Fim Cisl con 'crisi storiche' presenti al Mimit come Firema, Jabil, SoftLab, Industria Italiana Autobus ex-Ilva e “in assenza di una politica industriale campana, che nel corso di questi anni non è stata in grado di delineare per il nostro territorio né una vocazione industriale né la capacità di essere attrattiva per eventuali investitori esteri, ed insieme ad uno scenario poco favorevole (transizioni, riposizionamento delle catene del valore a livello globale, guerre, tensioni e crisi geopolitiche), continuano ad impattare notevolmente sul settore metalmeccanico campano”.

Il report della Fim segnala “la difficile gestione della transizione green ed energetica di molte aziende, in particolare nei settori dell’automotive” dove preoccupa “sul piano occupazionale la scelta di fermare la produzione dei motori endotermici nel 2035 che vede la Campania pienamente coinvolta con lo stabilimento di Pratola Serra, nell’avellinese. Una scelta che impatta tra l’altro su una presenza significativa di aziende dell’indotto di componentistica, in cui la Campania è tra i maggiori produttori ed esportatori, legato ai motori endotermici (dalle aziende produttrici di marmitte a quelle di pompe diesel)”. C’è poi il tema delle piccole e medie imprese che continuano a “scontare rispetto alla loro dimensione minore capacità di reazione sia nella ricerca di mercati, che carenza di liquidità da investire nella transizione”. La ricetta della Fim per uscire da questa impasse? Oltre agli aiuti pubblici “servirebbe, specie per alcune aziende di filiere coinvolte nelle transizioni, un lavoro di concerto tra istituzioni, grandi multinazionali, sindacato e hub di ricerca (Università, Its) per gestire il passaggio a nuove produzioni”.

Il corteo di oggi, al quale hanno partecipato oltre 2mila lavoratori, ha attraverso le strade della città campana fino a piazza Piazza Dante dove si è tenuto il comizio dei lavoratori delle aziende in crisi del territorio casertano. Il segretario generale della Fim Ferdinando Uliano in conclusione della manifestazione nel comizio a Piazza Dante ha aperto dicendo: "Dispiace vedere che nonostante gli inviti, oltre al sindaco di Marcianise non ci sono le istituzioni locale, sindaco e assessori a lottare con noi per il lavoro delle persone di questa terra. In che Paese siamo - chiede Uliano - dove la politica si disinteressa del lavoro e delle persone. Manca poi un altro attore e si chiama:  Confindustria. Dove stanno gli imprenditori, c’è bisogno di responsabilità e impegno in questa terra da parte di tutti e non vedo in Confindustria questa attenzione e interesse. Noi siamo vicini e continueremo ad essere vicini ai lavoratori a sostenere la lotta per il lavoro". 

Raffaella Cetta

( 12 giugno 2024 )

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