Venerdì 27 settembre 2024, ore 1:26

Libri

La potenza della parola

di STEFANO CAZZATO

Per circa un trentennio William Burroughs pubblicò su diverse riviste, e per le occasioni più disparate, articoli e brevi saggi poi riuniti per la prima volta nel 1985 sotto il titolo “La calcolatrice meccanica” in omaggio all’omonimo nonno che aveva inventato questa macchina nel 1894.

Probabilmente questo titolo curioso, e apparentemente inadeguato a coprire una varietà di temi e di argomenti molto eterogenei, era un modo di sottolineare l’importanza della creatività nel campo della scrittura oltre che in quello della scienza e della tecnica.

Non stupisce dunque che il leit motiv di questi scritti sia il nesso scrittura-sperimentazione, quel continuo farsi del testo sotto l’impulso di un anticonformismo sfrenato, di una curiosità senza confini, di una contaminazione continua tra le forme e le arti, di un vagabondare fisico e visionario. Il tutto espressione di una mentalità libertaria, ecologica e pacifista.

Soprattuto nel primo saggio (“Il mio nome è Burroughs”) l’autore de “Il Pasto Nudo” mette in mostra la sua officina letteraria, nei momenti di grande inventiva e in quelli di perdita di interesse per la scrittura, nei rimandi agli autori frequentati (Poe, Baudelaire, Maupassant, France) e nei rapporti con gli amici scrittori (Ginsberg, Corso, Kerouac), nell’attraversamento dei generi (western, horror, poliziesco, giallo, romanzo satirico) e nelle contaminazioni tra suoni, immagini e parole cui dedicò parte della sua vita, avvalendosi di nastri registratori, ritagli di giornali e di periodici, pennarelli, tecniche di montaggio, macchine fotografiche.

C’è spazio in queste pagine anche per la critica letteraria, con testi su Hemingway e Fitzgerald, Beckett e Proust, Maughan e Greene, e per i viaggi, dal Messico a Londra, da Venezia a Tangeri, da Parigi a New York dove, scrive Burroughs, “misi fine ai miei giorni da espatriato”.

Ma c’è soprattutto la rivendicazione della potenza della parola che può essere sì strumento di lavaggio del cervello, di manipolazione mentale, ma anche di liberazione e di sovversione, se riesce a ritagliarsi un campo di manovra, di ricerca e di libertà.

“Sostengo infatti che abbiamo il diritto di insistere - scrive in “I Limiti del controllo” - affinché ogni ricerca scientifica sia soggetta al pubblico scrutinio e che non dovrebbero esistere ricerche.”

W. S. Burroughs, La calcolatrice meccanica, Introduzione di J. Grauerholz, Adelphi, 2024, pp. 305, euro 24.00

( 26 settembre 2024 )

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