In pochi giorni si sono aperti a Torino due nuovi fronti di crisi. In ballo ci sono più di cento posti di lavoro che vanno ad aggiungersi ad altre centinaia persi negli ultimi mesi, soprattutto nel settore dell’automotive. Le due aziende che hanno annunciato i licenziamenti sono la Yazaki Italia di Grugliasco, multinazionale giapponese produttrice di cablaggi e specializzata in componentistica elettrica per l’industria automobilistica, e la Gurit di Volpiano, azienda attiva nel settore delle energie rinnovabili. I licenziamenti annunciati alla Yazaki sono 52 su 72 addetti e alla Gurit 56 su 64. Nel primo caso il motivo alla base della decisione sarebbe il taglio di commesse di Maserati, nel secondo la scelta di delocalizzare la produzione in Cina per mancanza di commesse e per il costo eccessivo dell’energia in Italia.
Per Yazaki Italia, che ha trasferito il magazzino in Campania, comunicando alle lavoratrici e ai lavoratori del customer service la procedura di licenziamento collettivo, la “crisi è irreversibile e strutturale”, impedendo così l’utilizzo degli ammortizzatori sociali che permetterebbero di salvaguardare l’occupazione in attesa di tempi migliori per la produzione.
Nel pomeriggio di mercoledì 5 febbraio i lavoratori del sito di Grugliasco, insieme alle sigle sindacali Filcams Cgil e Fisascat Cisl territoriali, hanno organizzato un presidio sotto la sede della Regione Piemonte, a Torino, per chiedere alle Istituzioni un impegno sul mantenimento dei posti di lavoro e per il riconoscimento degli ammortizzatori sociali. Nell’incontro con le organizzazioni sindacali e le rsu, la Regione si è impegnata a trasmettere il dossier al governo e a verificare la possibilità di accedere a un ammortizzatore sociale, ricorrendo al fondo statale per le aree di crisi industriale complesse dedicato a Torino. Se ne saprà di più il 13 febbraio prossimo quando verrà aggiornato il tavolo regionale su questa vertenza. Preoccupazione è stata espressa anche per il futuro dei 19 impiegati non coinvolti dagli attuali licenziamenti. “Chiederemo all’azienda - ha detto la segretaria della Fisascat Cisl Torino-Canavese, Stefania Zullo - maggiori garanzie per i 20 lavoratori che rimarranno all’interno del gruppo Yazaki, ai quali ad oggi non è stato presentato alcun piano industriale per il proprio futuro. La crisi legata all’indotto automotive sta colpendo duro il nostro territorio, ma per le lavoratrici e i lavoratori di Yazaki ci sono difficoltà ad accedere agli ammortizzatori sociali”.
Sono 56 su 64 invece i lavoratori che saranno licenziati alla Gurit Italy di Volpiano (Torino), azienda attiva nel settore delle energie rinnovabili, a seguito della decisione di chiudere lo stabilimento torinese. I lavoratori, nelle assemblee sindacali, hanno deciso di proclamare 8 ore di sciopero per turno nella giornata di lunedì 10 febbraio, con presidio, quando arriverà in Italia il presidente del Consiglio di amministrazione della Gurit, Sven Daniel Dahlqvist, per incontrare all’Unione Industriali di Torino i rappresentanti di Filctem Cgil, Uiltec Uil, Femca Cisl territoriali.
Dopo l’annuncio della chiusura dello stabilimento di Volpiano si è svolto, sempre all’Unione Industriali di Torino, l’esame congiunto tra i vertici aziendali e le rsu, assistite dalle organizzazioni sindacali Filctem Cgil, Uiltec Uil, Femca Cisl. L’azienda ha ribadito la decisione di chiudere il sito produttivo di Volpiano, procedendo con i licenziamenti delle lavoratrici e dei lavoratori impiegati. “Abbiamo ribadito la nostra contrarietà al piano - hanno commentato i sindacati - e richiesto il ritiro dei 56 licenziamenti, rendendoci disponibili fin da subito ad aprire un tavolo di confronto per individuare soluzioni alternative alla chiusura. L’azienda non ha prospettato alcuno scenario alternativo alla delocalizzazione”.
Rocco Zagaria