Nel 2016 l’Accademia di Svezia conferì il Premio Nobel per la letteratura a Bob Dylan (Robert Allen Zimmerman) nato nel 1941. La motivazione fu quella di aver creato una nuova espressione poetica nell’ambito della grande tradizione della canzone americana. La canzone può quindi diventare una particolare forma di poesia, con la quale si riconosce un pubblico universale, che da sempre caratterizza l’identità di diverse generazioni e i rispettivi contesti storici e socio culturali. Sono queste le premesse utilizzate dal critico musicale Paolo Talanca nel ricostruire la storia della canzone italiana e dei suoi protagonisti, narrando, come si legge nella quarta di copertina, le vicende di singoli artisti e gruppi la cui opera scaturisce da reali necessità personali e collettive e che, anche a contatto con l’industria discografica, sono riusciti a non compromettere la propria poetica musical-letteraria. Si parte dalla musica popolare napoletana agli anni Cinquanta e dei decenni successi fino ad arrivare alla canzone d’autore nel terzo millennio e alla musica liquida. La canzone è legata alle vicissitudini sociali di una comunità. Francesco Stella, nella prefazione, documenta l’esistenza di diversi studi approfonditi sull’argomento, compresa la nascita di una collana editoriale di antologie di testi delle canzoni. Non è un caso che il popolare Festival di Sanremo nasca nel 1951, l’anno centrale della ricostruzione nazionale del secondo dopoguerra