La crisi investe, un po’ a sorpresa, le piccole e medie aziende del distretto orafo di Valenza, in provincia di Alessandria. Secondo la Cna locale, a fine 2024, sono 2.357 i lavoratori in cassa integrazione alle dipendenze delle aziende contoterziste, per lo più di piccole dimensioni (meno di dieci addetti che rappresentano circa l’80% del totale imprese) e una quindicina di media grandezza (da 15 a 49 addetti che sono invece il 15%). La situazione è peggiorata a partire dall’estate scorsa, ma è esplosa in tutta la sua gravità nel mese di dicembre 2024. “Solo nell’ultimo mese - dicono dalla Cna di Valenza - sono arrivate richieste per il fondo di solidarietà artigiana Fsba (la cassa integrazione) da un centinaio di aziende che assistiamo”.
Ma che cosa sta succedendo a un comparto produttivo che proprio a Valenza fa segnare numeri da record e continua ad attrarre i grandi marchi del lusso? Secondo la Camera di Commercio provinciale gli addetti complessivi del Distretto Orafo di Valenza sono attualmente 5.789 suddivisi tre le oltre 750 aziende del territorio. Nei primi 6 mesi del 2024 l’export dell’intero distretto è cresciuto dell’1,1%, attestandosi sui 998 milioni di euro, 11 in più dello stesso periodo dell’anno precedente. Nel 2023 Valenza ha realizzato esportazioni per circa 1,9 miliardi di euro, assorbite nell’80% da 7 mercati. Al primo posto c’è l’Irlanda con il 34%, seguita da Francia (15%), Stati Uniti (10%), Svizzera (9%), Hong Kong (8%), Corea del Sud (2%) e Cina (2%). Sempre a Valenza c’è una concentrazione di grandi marchi del lusso che hanno trovato il loro ambiente ideale per produrre e svilupparsi. Parliamo di Damiani, presente sul territorio dal lontano 1927, di Bulgari, che a Valenza ha realizzato lo stabilimento produttivo più grande di Europa, e che proprio quest’anno dovrebbe arrivare ad occupare 1.400 persone, di Cartier, Lvmh e Pomellato.
Le cause della crisi delle pmi del distretto orafo alessandrino sembrano diverse: si va dall’aumento dei costi alle difficoltà dell’accesso al credito, dalla frenata del mercato cinese al conflitto Russia-Ucraina. Ma il motivo principale va forse ricercato in un vero e proprio cambio di paradigma. “Siamo di fronte apparentemente a un paradosso - spiega il segretario generale della Cisl Alessandria-Asti, Marco Ciani - perché assistiamo da un lato a una espansione dei grandi player del settore e dall’altra alle difficoltà dei piccoli produttori che mettono in cassa integrazione i propri dipendenti. L’orafo di Valenza è ormai diventato un settore maturo e questo comporta necessariamente una maggiore concentrazione del mercato. I piccoli produttori artigiani per poter sopravvivere sono obbligati a unirsi e a fare sistema”.
Della crisi del distretto orafo di Valenza si è parlato lo scorso 27 dicembre, ad Alessandria, nell’incontro, promosso dalla vicepresidente e assessore al Lavoro della Regione Piemonte, Elena Chiorino, con le istituzioni locali, le rappresentanze sindacali e datoriali e le organizzazioni del settore. “In questa trasformazione - ha detto Chiorino - abbiamo il dovere di tutelare quell’artigianato di filiera che è espressione di unicità ed eccellenza. Siamo pronti come Regione Piemonte a mettere in campo ogni strumento possibile, penso alle Accademie di filiera per la formazione, per intervenire e governare questa fase, senza subirla. Ora lavoriamo uniti e insieme al territorio per garantire ai lavoratori il massimo supporto possibile”. Il 6 febbraio prossimo è previsto al grattacielo della Regione, a Torino, un incontro con tutte le parti interessate per fare il punto e mettere in campo tutti gli strumenti necessari per aiutare aziende e lavoratori del distretto.
Rocco Zagaria