Dipendenti del Gruppo Unipol in sciopero oggi su tutto il territorio nazionale. Hanno aderito i lavoratori delle aziende del Gruppo che applicano i contratti del terziario, distribuzione e servizi (TDS) e degli studi professionali. La protesta, che segue la proclamazione dello stato di agitazione e un primo pacchetto di ore di sciopero già svolto a fine dicembre, rientra nelle nuove iniziative di mobilitazione decise dai sindacati di categoria Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs, di concerto con il coordinamento delle strutture e dei delegati, al termine dell’Assemblea unitaria riunitasi il 29 gennaio. Le lavoratrici e i lavoratori hanno approvato a maggioranza assoluta un piano di azione che prevede, oltre alle 8 ore di sciopero nazionale, ulteriori 40 ore di sciopero da articolare a livello aziendale o territoriale.
Le organizzazioni sindacali denunciano lo stallo delle trattative sul contratto integrativo aziendale di gruppo e il mancato rinnovo dell’accordo sullo smart working, chiusure che penalizzano gravemente le condizioni economiche e normative delle lavoratrici e dei lavoratori dell’area terziario.
"Il divario tra i trattamenti previsti per i lavoratori del comparto del terziario e quelli del settore assicurativo è ogni giorno sempre più evidente e inaccettabile» dichiarano i sindacati sottolineando che «la responsabilità di questa distanza ricade interamente sull’azienda». «Le nuove iniziative di sciopero - stigmatizzano Filcams Fisascat e Uiltucs - riconfermano la volontà delle lavoratrici e dei lavoratori di avere un contratto che integri i trattamenti economici e normativi". La protesta - concludono - proseguirà fino a quando non ci sarà una reale apertura al dialogo da parte dell’azienda, la vertenza è cruciale per riconoscere ai dipendenti dell’area terziario un trattamento equo e in linea con i trattamenti contrattuali esistenti all’interno del Gruppo Unipol, un gruppo solido dalle possibilità economiche importanti".
Su 10mila del comparto assicurativo - spiegano i sindacati - solo i 9mila hanno un contratto integrativo, di secondo livello, mentre i colleghi del commercio non ce l'hanno. Un paio d'anni fa è cominciata una discussione con l'azienda sul contratto integrativo, non dello stesso livello di quello del comparto assicurativo ma comunque nell'ambito di un percorso migliorativo passo dopo passo. All'incontro di metà dicembre, tuttavia, l'azienda ci ha detto che non sarebbe stata più una strada da percorrere, preferendo definire con un accordo sindacale i regolamenti già presenti. In sostanza, avremmo fatto da notai".
Non è tutto, però. "Unipol ci ha detto anche che lo smart working non è più considerato un metodo di lavoro utile nel gruppo. È la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Non ci sono dati a sostegno e comunque in altre aziende del contratto del commercio lo smart working c'è". Speriamo - concludono - che Unipol capisca il malessere tra i suoi lavoratori è generalizzato, in tutta Italia in realtà e anche in aziende del gruppo molto diverse tra loro.
Ce.Au.