Sciopero il 28 gennaio, per l’intero turno di lavoro, dei circa 1.500 fonici, trascrittori e stenotipisti impiegati nell’appalto del Ministero della Giustizia per il servizio di documentazione degli atti processuali. La proclamazione della giornata di sciopero nazionale, indetto dai sindacati di categoria Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltrasporti, è stata decisa al termine del terzo incontro convocato al Ministero del Lavoro, concluso con un verbale di mancato accordo, nell’ambito della procedura di raffreddamento e conciliazione attivata in riferimento allo stato di agitazione del personale coinvolto proclamato il 30 ottobre 2024. Permane dunque la situazione denunciata ormai da diversi mesi dai sindacati: continua a mancare la garanzia del mantenimento dei livelli occupazionali e salariali in capo ai fonici, trascrittori e stenotipisti impiegati nell’appalto, nonché l’avvio di un confronto finalizzato alla valutazione delle modalità di assorbimento di questi addetti che, da oltre vent’anni in condizioni di precarietà lavorativa, assicurano la giustizia nel nostro Paese. "L’indisponibilità del Ministero della Giustizia a portare avanti il confronto sul mantenimento dei livelli occupazionali e salariali attuali di tutto il personale impiegato nell’appalto - stigmatizzano i sindacati - risulta contraria rispetto ad impegni assunti dal dicastero in precedenti incontri istituzionali, il che costituisce una grave ed inaccettabile mancanza di rispetto nei confronti delle lavoratrici e dei lavoratori che chiedono il riconoscimento della loro professionalità".Considerata la necessità di individuare le modalità di espressione della protesta i sindacati hanno convocato per lunedì 13 gennaio l’attivo nazionale unitario del comparto.
Intanto, prosegue un’altra vertenza sempre seguita dalla Fisascat Cisl, che riguarda circa 90 posti di lavoro a rischio nelle sedi Coin. L’azienda ha fornito un’analisi dettagliata dell’andamento economico. Già nel 2019 il margine operativo lordo presentava segnali negativi e le vendite hanno raggiunto i 369 milioni di euro; l'azienda ha subito un successivo calo durante il periodo Covid. La direzione societaria ha dichiarato che i livelli pre-pandemia non sono stati ancora raggiunti. Coin ha poi illustrato una strategia finalizzata ad individuare una soluzione di lungo termine per l'impresa, puntando sulla revisione dei rapporti con i fornitori, sulla riduzione del numero di marchi in assortimento e sul miglioramento della disposizione degli spazi nei punti vendita, con un ampliamento dell’offerta e un maggiore presidio della vendita assistita. L’obiettivo dichiarato è posizionare Coin come un’alternativa al fast fashion e valorizzare il proprio brand, lavorando per garantire una crescita graduale che possa vedere un primo assestamento economico nel 2025 e un ulteriore passo positivo a partire dal 2026. Tra le criticità affrontate, l’aumento dei costi legati ai contratti di locazione, aggravato dall’inflazione degli ultimi anni, e la gestione degli esuberi dovuti alla chiusura di sette punti vendita. I sindacati di categoria Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs hanno espresso forte preoccupazione, chiedendo trasparenza e maggiore puntualità nelle comunicazioni aziendali, sollecitando un impegno concreto per evitare licenziamenti, sottolineando l’importanza di non lasciare spazio a supposizioni nelle relazioni sindacali. Dopo il negozio di Grugliasco, nel torinese, che chiuderà i battenti il 15 gennaio - nel corso dell’anno - sono previste le chiusure di altri sette negozi storici tra i quali Roma Bufalotta e Lunghezza, con la dismissione prevista per il 28 febbraio con 50 dipendenti coinvolti e Milano con la chiusura al 30 settembre 2025 e assorbimento del personale previsto sugli altri punti vendita della città.
Resta aperto il tavolo di crisi aperto al ministero delle Imprese e del Made in Italy. Il prossimo incontro in sede sindacale, fissato per il 27 gennaio in modalità videoconferenza, rappresenterà un momento cruciale per valutare le reali prospettive di rilancio e per concordare soluzioni concrete a tutela dei lavoratori e della continuità aziendale.
Ce.Au.