Il risultato dell'incontro svoltosi fra i rappresentanti dei ministeri del Lavoro e dello Sviluppo economico, delle Regioni Marche e Umbria, delle parti sociali e dei Curatori, posticipata, dunque, la nuova ecatombe occupazionale per i 537 lavoratori: 275 a Fabriano (Ancona), stabilimento di Santa Maria, e 262 in Umbria, stabilimento di Gaifana (Perugia). I Curatori ritireranno ufficialmente la procedura di mobilità e poi avanzeranno ufficialmente richiesta di esame congiunto al ministero del Lavoro per ottenere ulteriori sei mesi di Cassa integrazione per cessazione di attività finalizzata a scongiurare i licenziamenti.
“Si tratta di un risultato significativo, - commentano, in una nota congiunta i rappresentanti di Fim-Fiom-Uilm di Marche e Umbria - poiché da una parte porta ossigeno a livello sociale in un territorio già in estrema difficoltà, dall'altro consente di allungare i tempi in vista di eventuali soggetti che manifesteranno interesse riguardo la vicenda Indelfab di Fabriano che, come ribadito nel corso della riunione odierna vanta ancora un potenziale strategico e industriale rilevante”.
Il Mise e le Regioni Marche e Umbria hanno confermato che, ciascuno per le proprie competenze, sfrutteranno questo ulteriore lasso di tempo aggiuntivo per un'intensa attività di scouting finalizzata ad individuare investitori italiani ed esteri interessati ad un progetto di reindustrializzazione e per politiche attive del lavoro.
“L'accordo trovato tra le parti sociali riguardo il futuro dei lavoratori ex Indelfab, è una ottima notizia - sottolinea Rossella Accoto, sottosegretaria al Lavoro e alle politiche Sociali - perché consente di avvalersi dello strumento previsto dall'art. 45 del decreto-legge n. 73 del 2021, che prevede una proroga di sei mesi della cassa integrazione per cessazione per le aziende che abbiano particolare rilevanza strategica sul territorio. La prosecuzione dell'ammortizzatore fino a maggio 2022 consente di evitare la procedura di mobilità per 537 lavoratori”.
Sa. Ma.