Ora c’è una data certa per il nuovo tavolo di confronto su Beko Europe, che ha annunciato due mesi fa un piano brutale di 1935 esuberi su 4.440 occupati in Italia. Il ministero delle Imprese e del Made in Italy, su indicazione del ministro Adolfo Urso, ha convocato per il 30 gennaio, a Palazzo Piacentini, azienda, organizzazioni sindacali ed enti locali.
Una convocazione attesa anche a Siena, dove sono 299 i dipendenti della ex Whirlpool, diventata di proprietà della multinazionale turca Arcelik nell’aprile 2024 e che nel piano presentato a novembre è destinata a chiudere entro la fine del 2025.
Contro questa intenzione i lavoratori dello stabilimento Beko di Siena sono tornati in strada ieri, con un corteo di protesta partito dai cancelli dell'impianto per concludersi con un comizio in piazzale Rosselli, di fronte alla stazione ferroviaria della città del Palio. Alcune centinaia i partecipanti all'iniziativa che ha visto sfilare, oltre agli operai, i rappresentanti sindacali e associazioni studentesche. Presente alla partenza, a ribadire il suo sostegno alla vertenza, anche la sindaca Nicoletta Fabio. I lavoratori indossavano una pettorina bianca con scritto “Beko in lotta” e “299 motivi per resistere”, con riferimento al numero dei dipendenti di Siena. Alla testa del corteo lo striscione “Rsu Beko Europe Siena in lotta”. “La gente come noi non molla mai”, “Lavoro! Lavoro!”, gli slogan gridati dai manifestanti.
“Beko non può lasciare un territorio a distanza di otto mesi dall’acquisizione dello stabilimento; è inaccettabile e pericoloso e Siena deve far parte di un piano di rilancio nazionale” ha detto Giuseppe Cesarano, della Fim Cisl Siena.
La chiusura, secondo Cesarano, “metterebbe a rischio non solo il futuro di centinaia di lavoratori, ma anche quello di una comunità che ha costruito la propria identità e il proprio benessere attorno a questa storica realtà produttiva. La nostra richiesta quindi è semplice: rivedere il piano industriale, esplorando soluzioni che salvaguardino posti di lavoro e garantiscano il rilancio produttivo dello stabilimento, con investimenti concreti e piani di riconversione. Chiediamo a tutte le istituzioni di ascoltare le nostre ragioni. Insieme possiamo fare la differenza. Non molliamo!”
Proprio all’indomani della manifestazione è arrivata la convocazione al ministero. “La Vertenza Beko è la vertenza della Toscana – ha affermato il segretario generale Cisl di Siena, Riccardo Pucci -. Al tavolo del 30 andremo per cambiare il piano industriale; Siena non si può permettere la chiusura a fine 2025. Dall'incontro ci aspettiamo elementi di novità. Qui c'è lavoro di qualità: l’unico soggetto industriale manifatturiero rimasto a Siena. Serve anche una volontà politica nazionale per salvare il sito di Siena.”
“Al ministro Urso – annuncia la segretaria generale Fim Toscana, Flavia Capilli - chiederemo di intervenire nei confronti della Beko, affinché modifichi il suo piano. La perdita di 299 posti di lavoro rischia di lasciare una ferita profonda in un territorio che in questo momento è nell’occhio del ciclone. Inaccettabile che una multinazionale acquisisca un’azienda di questa portata e la chiuda nel giro di poco senza nessuna pietà, anteponendo gli interessi economici alla responsabilità sociale. Dobbiamo investire tutte le sinergie sindacali affinché il piano industriale venga modificato e i lavoratori abbiano garanzie per il loro posto di lavoro.”
Alberto Campaioli