Non c’è più tempo “o giovedì si concretizzano gli interessamenti dei mesi scorsi o per i lavoratori di Figline Valdarno si apre il baratro.” Quanto sia decisivo e drammatico l’incontro in programma domani al ministero dello Sviluppo economico per i dipendenti del sito valdarnese della Bekaert lo spiega senza giri di parole il segretario generale della Fim Toscana Alessandro Beccastrini.
A ricordare la drammaticità della situazione ci ha peraltro già pensato l’azienda, che lo scorso 11 ottobre ha inviato le lettere di licenziamento ai 211 dipendenti rimasti (dei 318 iniziali). L’annuncio della chiusura era arrivato nel giugno 2018, poi la grande mobilitazione dei lavoratori e dei sindacati, sostenuti dalla comunità e dalle istituzioni locali, avevano portato alla reintroduzione della cassa integrazione per cessazione di attività da parte del governo giallorosso, con tanto di visita in fabbrica dell’allora ministro Luigi Di Maio.
Quel provvedimento doveva servire a trovare un acquirente e costruire un progetto di reindustrializzazione, ma il 31 dicembre prossimo finisce anche la cassa e così, 75 giorni prima, la multinazionale belga ha inviato le lettere.
“Non un fulmine a ciel sereno - spiega Beccastrini - ma comunque traumatico, perché sancisce che la Bekaert dal 1 gennaio 2020 non vuole avere dipendenti in carico. Ora l’unica strada è un’intesa entro il 31 dicembre per una riconversione con la riassunzione di tutti o di una parte di dipendenti.”
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