E' partita lunedì scorso 20 gennaio la procedura per il licenziamento collettivo dei circa cento dipendenti dello stabilimento Barry Callebaut di Intra (Verbania). Lo rendono noto i sindacati, dopo il confronto con l’azienda e la Regione Piemonte, avvenuto al Grattacielo, sede della giunta regionale, a Torino. A settembre 2024 la multinazionale svizzera aveva annunciato l’intenzione di chiudere lo stabilimento. Ora comincia la fase negoziale per le uscite, che vedrà un nuovo incontro il 27 gennaio all’Unione industriale di Verbania per discutere il piano, da vagliare in 45 giorni, come stabilito dalla normativa. Pur restando fermo il 30 giugno come termine per la chiusura della fabbrica, l’azienda ha mostrato un’apertura a prorogare la cassa integrazione oltre questa data, così come la Regione a utilizzare gli strumenti possibili per non privare degli ammortizzatori sociali i lavoratori. Ciò in attesa che il consulente per la reindustrializzazione, Vertus, trovi un acquirente. Secondo fonti sindacali risultano pervenute alcune manifestazioni d’interesse da realtà del settore dolciario, aziende collaterali a Barry Callebaut e quindi non concorrenti come chiede l’azienda.
“Come Regione Piemonte - ha dichiarato l’assessora al Lavoro e vicepresidente della Regione Piemonte, Elena Chiorino, al termine dell’incontro di lunedì scorso in Regione a Torino - proseguiamo con determinazione il nostro impegno nei tavoli di confronto, con l’obiettivo di garantire la massima tutela possibile per i lavoratori. Registriamo segnali positivi di apertura da parte dell’azienda, ma il nostro impegno rimane fermo nel preservare e valorizzare l’importante know-how dei dipendenti di Barry Callebaut”. Anche per la segretaria generale della Cisl Piemonte Orientale, Elena Ugazio: “La priorità resta la continuità produttiva dello stabilimento di Intra e la sua piena occupazione. Confidiamo quindi nella ricerca, da parte di Vertus, di aziende disposte a rilevare la fabbrica e a proseguire l’attività industriale nel nostro territorio”.
Sempre nella giornata di lunedì 20, in cui sono state proclamate 8 ore di sciopero per turno, un gruppo di lavoratori si è radunato davanti ai cancelli dello stabilimento di Barry Callebaut, a Verbania Intra, per protestare contro la decisione dell’azienda di posticipare l’apertura della procedura di licenziamento collettivo e di assumere tre lavoratori interinali per far fronte alla produzione, dopo le dimissioni di una decina di addetti che hanno trovato una nuova collocazione lavorativa. La decisione dell’azienda è stata accolta con stupore dai sindacati. “Questo comportamento - afferma il segretario generale della Fai Cisl Piemonte, Emilio Capacchione - denota una mancanza di rispetto nei confronti dei lavoratori impegnati in questa difficile vertenza, condizionata da decisioni unilaterali che rispondono soprattutto a logiche finanziarie e azionarie. Questo non è mercato, è sciacallaggio industriale. Invitiamo pertanto l’azienda a rivedere la sua posizione e a trovare insieme al sindacato le soluzioni più idonee per garantire un futuro alla fabbrica e ai suoi dipendenti”.
Rocco Zagaria