Un pacchetto di otto ore di sciopero, da programmare entro il mese di marzo, come prima mobilitazione se non ci sarà una accelerazione positiva nella sottoscrizione dell’accordo di programma per Acciai Speciali Terni. Lo hanno annunciato le segreterie territoriali di Fim, Fiom, Uilm, Fismic e Ugl di Terni, dopo l’ultimo incontro con l’assessore regionale allo Sviluppo economico Francesco De Rebotti, il sindaco di Terni Stefano Bandecchi, l’assessore comunale Sergio Cardinali e il presidente della Provincia Francesco Maria Ferranti. Incontro sollecitato dalle stesse organizzazioni sindacali per chiedere chiarimenti tra i vari livelli istituzionali.
I sindacati affermano che non riconosceranno “ulteriori slittamenti delle date annunciate dal ministro Adolfo Urso che ha individuato per la fine di febbraio 2025 l’iter per la sottoscrizione dell’accordo di programma” e hanno chiesto di conoscere il contenuto dello stesso accordo “per come ci è stato annunciato in questi tre anni con il dettaglio del piano industriale, ambientale e sociale. Nonostante la confusione e le contraddizioni - aggiungono i sindacati di categoria - si è arrivati ad una sintesi condivisa nelle quale tutte le istituzioni si sono impegnate a fare chiarezza sui tempi e sui contenuti dell’accordo di programma”. Fim, Fiom, Uilm, Fismic e Ugl di Terni rilanciano “la totale ripresa dello stato di agitazione, anche in ragione della posizione espressa dall’azienda sulla possibilità di non mantenere i livelli occupazionali: “Questa - affermano - è una condizione che ci trova totalmente contrari. Non è possibile - concludono - che dopo tre anni questo stato di indeterminatezza possa essere scaricato di nuovo sui lavoratori, che al netto degli investimenti fatti, oggi comunque subiscono una riduzione dei costi che impatta sull’organizzazione del lavoro dei diretti e dell’indotto”.
Da parte sua l’amministratore delegato di Arvedi Acciai Speciali Terni, Dimitri Menecali in una nota diffusa dall’azienda afferma: “Nessuno, e dunque neppure Arvedi Ast, in buona fede può assumersi la responsabilità di firmare un accordo di programma che non contenga la soluzione, contingente e strutturale, del costo dell’energia, poiché comprometterebbe la competitività, lo sviluppo, il rilancio dell’azienda ed il futuro dei posti di lavoro”. “Oggi la vicenda rischia di condizionare pesantemente il futuro di Ast, della tenuta occupazionale e del progetto industriale all’interno del quale sono contenuti importanti investimenti di matrice ambientale - afferma l’assessore allo Sviluppo economico della Regione Umbria, Francesco De Rebotti -. Abbiamo testardamente inseguito possibili soluzioni al tema energetico, rimane in campo il percorso già avviato dalla Regione sul tema delle concessioni che può portare beneficio alle imprese umbre dal 2029 in poi. Ma ora è indispensabile, dopo la presa di posizione di Ast, riportare immediatamente la questione sul tavolo del Governo. Non sono più permessi disimpegni per nessuno degli attori in campo. Lo dobbiamo ai lavoratori e alla comunità ternana e regionale”.
Sara Martano