Il governo incontrerà Almaviva giovedì della prossima settimana, il 26 ottobre. Lo rende noto il ministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda, rispondendo su Twitter a un dipendente del gruppo, che lo ringrazia per la sospensione dei trasferimenti e lo interroga sulla data dell’annunciata prossima riunione al Mise.
Calenda nei giorni scorsi ha deciso di intervenire in prima persona sui trasferimenti forzati per 65 lavoratori che in meno di un mese devono spostarsi da Milano a rende (Cosenza), per non perdere il posto nell’azienda di call center. La cosa ha fatto insorgere i sindacati i quali parlano di "rappresaglia dell’azienda dopo la bocciatura di un accordo sulle condizioni di lavoro". Da qui l’iniziativa del ministero che chiede di sospendere i trasferimenti dei lavoratori e apre alla possibilità di una mediazione.
Almaviva, da parte sua, accoglie "con responsabilità l’appello del Governo a sospendere le misure finora adottate, in attesa dell’incontro in sede ministeriale, previsto nei prossimi giorni, per la necessaria definizione di un’ intesa che garantisca l’indispensabile equilibrio del sito produttivo". Per ora dunque Almaviva "congela" quelle lettere con cui l’11 ottobre scorso ha comunicato a 65 lavoratori della sede di Milano (su un totale di 500) che entro il 3 novembre dovevano trasferirsi nella sede calabrese. Una riorganizzazione che per la società di call center si è resa necessaria dopo il mancato rinnovo di un "rilevante contratto da tempo gestito nel sito milanese" e che ha determinato per Milano una riduzione pari al 25% delle attività, generando una condizione di esubero del personale e di non equilibrio del centro produttivo. Ma per i sindacati il modo con cui l’azienda ha deciso di procedere suona come "una rappresaglia" dopo che nei giorni scorsi i lavoratori del sito milanese avevano bocciato con una percentuale del 75%, un accordo che prevedeva straordinari non pagati, gestione dei turni più rigida e cassa integrazione.