Nuovo blitz dei lavoratori ex Alcoa di Portovesme (Carbonia Iglesias). La nuova mobilitazione è stata organizzata per proseguire il pressing su Governo e Regione Sardegna affinchè si sblocchi la situazione in attesa della decisione della Glencore, la società interessata al riavvio produttivo dello stabilimento sardo e che dovrebbe sciogliere le riserve entro il 20 gennaio. Ma emerge anche qualche ipotesi alternativa. La Regione Sardegna nella partita con una compartecipazione al rischio di impresa attraverso aziende pubbliche o semi pubbliche. Il governatore Francesco Pigliaru l'ha prospettata come soluzione, in particolare per convincere Glencore (società che lo scorso anno ha siglato l’intesa per riavviare lo stabilimento di Portovesme) a non abbandonare il tavolo delle trattative. "Il presidente della Giunta ha anche parlato di Interconnector, lo stesso sistema di intervento utilizzato per l’Ilva di Taranto", ha precisato il segretario di Cisl metalmeccanici, Rino Barca. Per Roberto Forresu, Cgil, "quella di oggi è l’ennesima iniziativa per riportare la vertenza Alcoa al centro dell’interesse, ma servono tempi brevi, non vorrei che si arrivasse a una soluzione quando ormai è troppo tardi". Daniela Piras della Uil ha sottolineato "l’importanza delle azioni della Regione che prospetta percorsi nuovi per mantenere vivo l’interesse di Glencore". E ancora, Massimo Cara (rsu Cisl) ha ricordato l’utilità di "dichiarare l’alluminio strategico attraverso un decreto legge". "Abbiamo parlato anche di ammortizzatori sociali - riprende Barca in proposito - visto che per una cinquantina di operai rappresentano l’unica fonte di sostentamento. Ci siamo dati appuntamento per riprendere il discorso alla fine della settimana o agli inizi della prossima".
"Dopo tre anni di lotta è inaccettabile restare senza speranze concrete - interviene sdegnato Marco Bentivogli, leader Fim Cisl - troppe dichiarazioni fumose, ma nulla di concreto. Siamo sempre fermi alla questione energetica che ci trasciniamo ormai da più di sei anni. Sul tavolo c’è poi -aggiunge - la situazione degli ammortizzatori sociali per i quali è previsto un nuovo incontro tra Ministero e Regione Sardegna per presentare i numeri dei lavoratori rimasti senza ammortizzatori sociali con l’obiettivo di trovare percorsi e soluzioni; una possibilità può essere un ammortizzatore sociale di bacino (viste le gravissime condizioni economiche-sociali-industriali del territorio) o introdurre e concedere finanziamenti per attuale politiche attive del lavoro e di salvaguardia del reddito. Attualmente sono 50 i lavoratori dell’indotto Alcoa che hanno già perso l'ammortizzatore e altri 250 lo perderanno (diretti e indiretti Alcoa) a partire da gennaio 2017. Oltre a questi, nella filiera dell'alluminio (ex Ila e appalti Eurallumina) - conclude Bentivogli -100 lavoratori lo hanno già perso e altri 150 lo perderanno da fine 2016".