Dopo lo stabilimento Maserati (ex Bertone) di Grugliasco, intitolato all’avvocato Giovanni Agnelli (AGAP) e finito in vendita sul sito Immobiliare.it a novembre 2023 e dopo i casi dell’ex Fiat di Volvera e dalla ex Mopar di Rivalta, un’altra storica fabbrica torinese del settore auto annuncia la sua vendita su un noto portale di annunci immobiliari. Si tratta dell’ex Sogefi di Sant’Antonino di Susa, oggi Purflux Group, che occupa un centinaio di addetti e produce filtri motore. “Nell’inserzione - spiega la Fim torinese - non viene indicato il prezzo di vendita, ma si fa sapere che i fabbricati sono in perfetto stato, risultano essere utilizzati, privi di materiali nocivi e di contaminazioni, dotati di impianti tutti a norma e manutenuti. L’operazione assicura una resa netta del 8,58 % annuo”.
Lo stabilimento, di proprietà del gruppo De Benedetti, è stato ceduto a febbraio del 2024 al fondo americano Pacific Avenue Capital Partners. L’annuncio è stato notato da alcuni lavoratori che hanno segnalato l’amara scoperta alla Fim torinese. “L’immobile in oggetto - si legge sempre sul portale immobiliare - insiste in un’area di 65mila metri quadrati sulla quale sono edificati fabbricati industriali di 22mila metri quadrati coperti a destinazione produttiva e di magazzino, 2600 mq adibiti a uso ufficio, 1600 per mensa e spogliatoi, 1700 di locali tecnici e 4200 di tettoie”. Per Marco Barbieri, operatore territoriale della Fim di Rivoli: “Al posto del nuovo piano industriale è arrivata, a sorpresa, la notizia dell’annuncio di vendita online. Abbiamo contattato l’Amma di Torino, a cui l’azienda è associata, esprimendo tutto il nostro disappunto e chiedendo spiegazioni in merito, ma ci sono state fornite solo generiche rassicurazioni verbali. Confidiamo nell’incontro del 20 gennaio prossimo anche perché dal momento del suo insediamento non abbiamo ancora incontrato i vertici aziendali della nuova proprietà, il fondo statunitense Pacific Avenue Capital Partners. La situazione industriale non è affatto chiara. Siamo preoccupati e temiamo per il futuro dello stabilimento e dei posti di lavoro”.
La crisi dell’auto investe anche la fabbrica di Sant’Antonino di Susa che, come altre numerose realtà del territorio, ha richiesto e ottenuto la cassa integrazione ordinaria per i suoi addetti fino alla fine del 2024 e che rischia, se le cose dovessero continuare così, di ridurre gli organici per mancanza di commesse. Nonostante il difficile momento dell’industria torinese, i metalmeccanici hanno risposto con una grande adesione allo sciopero proclamato nei giorni scorsi per il rinnovo del contratto nazionale di lavoro delle aziende aderenti a Federmeccanica e Assistal. Alla Leonardo l’astensione dal lavoro è stata di circa 90%, all’Avio Aero del 75%, alla Elbi Bitron del 60% e all’Automotive Lighting del 70%. “Tutto il comparto - spiega Rocco Cutrì, segretario generale della Fim Torino-Canavese - rigetta al mittente la proposta presentata dalle associazioni datoriali e chiede che la trattativa riparta dagli 11 punti economici e normativi che compongono la piattaforma presentata da Fim, Fiom e Uilm e votata dal 98% dei lavoratori”.
Negli stessi giorni è proseguita, all’Unione Industriale di Torino, la trattativa per il rinnovo del Cssl (Contratto collettivo specifico di lavoro) di Cnh, Ferrari, Iveco e Stellantis. Il confronto ha riguardato le richieste sindacali per il rinnovo del biennio economico 2025-2026: aumento della paga base dell'8,8%, premio di risultato e inquadramento. “Sulla paga base - osservano Fim-Uilm-Fismic-Uglm-Aqcfr - in linea di principio le aziende si sono dette pronte a riconoscere i soli aumenti giustificati dalle dinamiche inflattive, dando però una interpretazione diversa da quella sindacale su alcuni punti dirimenti, mentre sul premio ci sarà un confronto specifico con ciascuna azienda dopo la comunicazione dei risultati del 2024. Nel complesso abbiamo colto una disponibilità di principio al confronto da parte aziendale, ma una preoccupante distanza di merito sui singoli temi, che speriamo si possa ridurre nelle prossime sessioni di trattativa”.
Rocco Zagaria