Giovedì 21 novembre 2024, ore 16:52

Territori

Veneto: necessario potenziare la capacità attrattiva

Massimiliano Paglini, segretario generale di Cisl Veneto eletto lo scorso luglio, mette in fila le criticità e insieme le urgenze per il territorio. Le medesime poste sul tavolo del confronto il mese scorso nel primo appuntamento ufficiale, nel suo nuovo ruolo sindacale, con il presidente della Regione del Veneto Luca Zaia. Le stesse indicate nelle osservazioni del sindacato al Defr 2025-2027. Già segretario generale di Cisl Belluno Treviso, oggi Paglini è alla guida del primo sindacato della regione, con quasi 400mila iscritti tra lavoratori attivi e pensionati. 

Segretario, quali sono le grandi emergenze per il Veneto oggi?
Anzitutto la crisi demografica. I dati Istat dello scorso anno, rielaborati da Cisl Veneto, restituivano rispetto ai prossimi 13 anni una proiezione di perdita di forza lavoro del Veneto pari a circa 316mila lavoratori, e quei dati sono da considerarsi in ulteriore peggioramento. E poi c’è la crisi abitativa, che mette sempre più in seria difficoltà soprattutto giovani, famiglie e persone in cerca di lavoro che arrivano da altre parti d’Italia o dall’estero. Accanto al lavoro, la casa resta il fattore abilitante dell’essere cittadino.

Il Veneto è una delle regioni pesantemente toccata dalla fuga dei giovani, su che leva serve agire?
Senz’altro è un problema dell’intero Paese, ma per la nostra regione è particolarmente pesante: nel solo 2023 circa 3.760 giovani si sono spostati dal Veneto all’estero, e a questi sono da aggiungere tutti gli altri che se ne vanno nelle limitrofe Lombardia ed Emilia. Per far sì che invece restino è urgente creare condizioni di maggiore attrattività per la nostra regione, anche per permettere, dall’altra parte, di risiedervi ai giovani stranieri, a maggior ragione se nati qui da genitori stranieri. 

Cosa serve al Veneto per recuperare attrattività?
Non potendo contare sulle direzioni generali di multinazionali o di grandi gruppi italiani, che attirano alte professionalità e giovani talenti, è fondamentale agire per una maggiore integrazione tra sistema formativo e imprese. E poi ci sono criticità da risolvere proprio per potenziare la capacità attrattiva del Veneto, per i nostri giovani come per i lavoratori da altri territori. Ciò si traduce anzitutto in politiche abitative diffuse e un sistema di servizi sociosanitari e di welfare efficienti e di qualità.

Fuga dei giovani e crisi demografica sommano il loro impatto sulla carenza di lavoratori in Veneto, e rimandano immediatamente al tema dei migranti…
Dare garanzia di percorsi di inclusione e di cittadinanza oltre a essere un fatto di civiltà e giustizia sociale, è una necessità vitale: lo chiedono le stesse nostre imprese. È urgente rivedere il sistema globale dell’accoglienza, a partire da una programmazione ragionata e coordinata con le aziende. Resta comunque una questione prioritaria: quella dei Centri di accoglienza (CAS), che proprio a causa di come sono regolati troppo spesso sono luoghi di ghettizzazione, che alimentano sfruttamento e forme di caporalato, anziché essere una tappa del percorso di inclusione.

Sul fronte dell’andamento economico, cosa vi preoccupa di più?
Anzitutto il trend in calo di importanti settori come il tessile, la moda e tutto l’automotive. Serve dare il via, finalmente, a un’imponente programmazione di politica industriale regionale che metta al centro il rafforzamento e la competitività delle imprese, puntando a investire in digitale e tecnologie, ma soprattutto nella crescita delle competenze e della qualità del lavoro. Accanto a questo c’è la questione dell’age management che sarà sempre più prioritaria nelle aziende e nel sistema pubblico, e non a caso sarà uno dei temi che porteremo a Job&Orienta 2024.

Tema caldo in Veneto è quello dell’autonomia differenziata: la vostra posizione?
Il decentramento amministrativo e il rafforzamento delle autonomie locali furono scritti in Costituzione ben prima della riforma del Titolo V, e non si annullano con il referendum. Ma l’autonomia deve essere uno strumento che aiuta la crescita e responsabilizza tutti i livelli istituzionali, non a caso il Veneto è esempio virtuoso di buona amministrazione nei Comuni. Due sono i capisaldi: la definizione dei Lep (livelli essenziali delle prestazioni) e dei fondi perequativi, alla base della difesa della coesione nazionale. Cisl Veneto è pronta per un confronto aperto e fattivo sulle diverse materie richieste dalla Regione. 

Anche per dare il vostro migliore contributo al territorio, avete istituito dei “dipartimenti”: cosa sono?
Sono cinque: sociosanitario e servizi pubblici; scuola, ricerca, università e formazione; industria e artigianato; turismo, servizi, logistica e terziario, infine sviluppo territoriale. Si tratta di tavoli di lavoro e confronto su aree tematiche specifiche, in affiancamento e supporto alla segreteria, con i quali si intende porre a sistema le buone pratiche e mettere al centro il protagonismo dei territori e delle categorie: un luogo dove rafforzeremo ed eserciteremo tutti la dimensione confederale. 

Federica Baretti
 

( 10 ottobre 2024 )

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